Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,
ascoltando il vangelo secondo Matteo (Mt 14,22-33), proclamato nella liturgia di una domenica dello scorso agosto, ho sentito con particolare forza le parole che Gesù rivolge ai discepoli, smarriti e spaventati, sulla barca, nel lago in tempesta: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (Mt 14,27).
Sono parole di riconoscimento e di rivelazione, perché riecheggia il nome con cui Dio stesso si era manifestato a Mosè nel roveto ardente: «Io sono». Davvero in Gesù è presente l’Io sono di Dio, un Dio che è con noi ed è per noi.
Sono parole che vogliono infondere coraggio e come spesso avviene nella Bibbia, racchiudono l’invito a non temere, a non lasciarsi sopraffare dalla paura, perché non siamo soli, perché c’è una presenza buona e fedele, capace di camminare sulle acque agitate dal vento, simbolo delle forze del caos e del male, che si scatenano nella storia degli uomini.
Lettera pastorale 2020-2021: «Coraggio, sono io, non abbiate paura» Mt 14,27
04-10-2020