Carissimi confratelli,
permettete una breve comunicazione riguardo l’apertura delle chiese: ieri (giovedì 12 marzo) un comunicato della Presidenza della CEI accennava alla possibilità di chiudere le chiese, lasciando alle diocesi la scelta. Ci siamo sentiti come vescovi lombardi e abbiamo convenuto di lasciare le chiese aperte, come segno per la gente. È vero che, con le ultime disposizioni del Governo e per senso di giusta prudenza e responsabilità, ben poche persone escono e ancora meno passano nelle chiese. Tuttavia, mi sembra un segno bello di speranza che le porte siano aperte e che chi vuole sostare un momento in preghiera, lo possa fare. Lascio ai singoli parroci di fissare l’orario di apertura che può essere più ridotto del normale, soprattutto nelle ore avanzate del pomeriggio.
Ritengo più opportuno non esporre in questi giorni il Santissimo Sacramento nelle chiese. Vi propongo e suggerisco, infine, un gesto semplice che potrebbe essere fatto domenica prossima, a mezzogiorno, e anche quotidianamente, come sta avvenendo in varie parrocchie italiane: ciascun parroco o rettore di chiesa esca sul sagrato della chiesa per impartire la benedizione con il Santissimo Sacramento a tutta la sua parrocchia, mentre suonano le campane dell’Angelus di mezzogiorno. Si faccia sapere ai fedeli attraverso i social della parrocchia o qualche avviso affisso nei pochi negozi alimentari aperti e nelle farmacie, di questo gesto, e s’invitino a unirsi spiritualmente con il segno della croce, là dove sono, per ricevere la benedizione. È un gesto che desidera mettere sotto la protezione del Signore, vivo e realmente presente nel sacramento dell’Eucaristia, le comunità e le famiglie.
Viviamo questi giorni nella preghiera intensa d’intercessione per i malati, per gli operatori sanitari e per tutto il nostro popolo.
Pavia, 13 marzo 2020
+ Corrado vescovo