La Giornata mondiale del malato è una ricorrenza istituita il 13 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II. Tutti gli anni nel mese di febbraio si ripetono eventi comunitari, culturali, laici, religiosi per ricordare sia le problematiche dei malati, sia le fatiche e l’impegno degli operatori sanitari. In tale occasione la Consulta della Salute della Diocesi di pavia propone un incontro in Vescovado il 15 febbraio allo scopo di puntualizzare i bisogni di malati ed istituzioni che assistono i malati, sia le attività istituzionali o di volontariato messe in atto per migliorare la qualità della vita e delle cure dei sofferenti e malati. Il tutto non in una visione pessimistica ma con uno sguardo di speranza nel futuro con la convinzione che anche la sofferenza e la malattia integrate nell’essere umano hanno un significato di stimolo a migliorarsi ed a migliorare il mondo in cui viviamo attraverso relazioni, supporti, aiuti, condivisioni e solidarietà.
Nella Giornata Mondiale del Malato, durante la celebrazione della Santa Messa nella centralissima Basilica di San Paolo Maggiore a Bologna il Cardinale Matteo M. Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nell’Omelia ha ribadito l’importanza che «Non si possono ridurre le cure alle sole prestazioni sanitarie, senza che esse siano saggiamente accompagnate da una “alleanza terapeutica” tra medico, paziente e familiare. Non accettiamo per nessuno, tanto più per chi è nella malattia, che non siano curate la relazione di amore con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari – col creato, con se stessi. Non dobbiamo avere “vergogna del desiderio di vicinanza e di tenerezza!”.».
Il messaggio della XXXIII Giornata Mondiale del Malato si colloca all’interno dell’anno giubilare, che ha come motto: «Pellegrini di speranza». In collegamento con il cammino ecclesiale il tema proposto per il 2025 dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute è tratto da Rm 5,5: «La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». La stretta relazione tra malattia e speranza viene evocata nella riflessione dell’Apostolo ai Romani, rileggendo la condizione umana alla luce dell’evento pasquale di Gesù Cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risorto.
Come interpretare la «speranza» e la sua relazione con la malattia? C. Peguy amava definire la speranza una virtù «bambina». Il poeta francese intendeva sottolineare un duplice aspetto. La speranza è anzitutto un esercizio nascosto nel cuore, semplice come una bambina e insieme desiderosa di vita. Essa permette ad ogni persona di guardare al proprio futuro con desiderio di guarigione, di positività e rinnovamento. Inoltre la speranza è per sua natura dinamica, itinerante, porta con sé una dimensione costruttiva, relazionale e
insieme «vocazionale». Scrivendo agli Efesini l’Apostolo afferma: «Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra chiamata» (Ef 4,4). La «piccola» speranza è compagna di chi soffre, genera nel cuore la lotta spirituale, il coraggio di ricominciare, la forza per rimettersi in piedi e il desiderio di camminare sulla via della santità.
Papa Francesco cita il testo del poeta francese presentando la “piccola” speranza. Egli scrive: «Sono anch’io convinto di questo carattere umile, “minore”, eppure fondamentale della speranza. Provate a pensare: come potremmo vivere senza speranza? Come sarebbero le nostre giornate? La speranza è il sale della quotidianità»
Invitiamo pertanto tutti a partecipare a questo evento e richiediamo l’endorsement ed il patrocinio degli Enti fondamentali nel processo di cura e gestione dei malati.
Messaggio di papa Francesco: Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del malato 2025
Locandina del Giubileo dei malati e degli operatori sanitari del 11 febbraio 2025
Locandina del convegno per la giornata mondiale del malato del 15 febbraio 2025
Omelia del Vescovo per il Giubileo dei malati ed operatori sanitari: Omelia Vescovo
