A partire da lunedì 4 maggio, secondo il Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (DPCM) del 26 aprile 2020, «sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro» (Art. 1, i).
La Diocesi ha dunque avviato un confronto con la Prefettura per stabilire una serie di criteri validi da applicare nelle chiese pavesi, criteri suddivisi in cinque punti, diffusi in un comunicato firmato dal Vicario Generale don Luigi Pedrini e diretto a tutti i sacerdoti ed i parroci (scaricabile QUI)
E’, quindi, autorizzata solo la celebrazione della Santa Messa in caso di esequie, con particolari accorgimenti atti a tutelare la salute dei fedeli che partecipano al rito funebre e quella di parroci e collaboratori: i locali andranno sempre igienizzati dopo ogni celebrazione, i fedeli dovranno essere non più di 15 e opportunamente distanziati, il sacerdote dovrà avere a disposizione il gel disinfettante. Nessun segno della pace tra i fedeli; la comunione verrà distribuita dal sacerdote che passerà per la navata, l’ostia sarà posata sulle mani del fedele facendo attenzione ad evitare il contatto fisico. Non è da escludere, se le condizioni meteo lo consentono, la celebrazione del rito esequiale all’aperto.
“La celebrazione della Messa all’interno del funerale sarà un test prezioso di come sappiamo assicurare le attenzioni celebrative e igieniche che molto probabilmente dovremo osservare anche in seguito, a mano a mano che si potrà riprendere a celebrare con i fedeli. È quindi quanto mai necessario praticarle con cura particolare”, il commento del Vicario Generale don Luigi Pedrini.
Sul settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 8 maggio maggiori dettagli sulle indicazioni diffuse dalla Diocesi di Pavia.