Le persone chiuse nelle loro case dalle restrizioni imposte per superare l’emergenza-Covid come i discepoli impauriti chiusi nel luogo dove si erano riuniti in segreto per paura dei Giudei e che, con immensa sorpresa, ricevono la visita del Cristo Risorto. Ruota attorno a questo parallelismo la riflessione del Vescovo Corrado Sanguineti contenuta nell’omelia di domenica 19 aprile, seconda di Pasqua, celebrata nella Cattedrale di Pavia e trasmessa in diretta televisiva su TelePavia, canale 89 del digitale terrestre.
“Dopo la lunga Quaresima, ci troviamo ancora chiusi nelle nostre case, e non sappiamo che cosa ci riserva il futuro, siamo forse perplessi davanti a voci discordi che ascoltiamo da parte di responsabili del bene pubblico e di esperti interpellati dai mass-media – ha detto Mons. Sanguineti -. Quanti pensieri e preoccupazioni si affollano nella mente: i genitori sperano di riprendere presto il lavoro, ci sono famiglie che vedono diminuire le loro risorse, nello stesso tempo si chiedono dove potranno lasciare i figli, se le scuole continueranno a essere chiuse; tanti temono di perdere il lavoro o di fare molta fatica a riavviare la loro attività, nelle condizioni che dovremo sostenere; c’è chi è malato o ha dei familiari ricoverati, degli anziani, in qualche struttura d’accoglienza, che non vede da settimane; c’è, chi porta la ferita di un lutto recente e non ha potuto stare vicino ai propri cari nelle ultime ore di vita. Ci sono poi gli uomini e le donne che operano nel settore sanitario e nei servizi essenziali e che sentono il peso del lavoro intenso e delicato di questo periodo; infine ci sono coloro che già vivevano in situazione di povertà e di marginalità, magari di piccoli lavori molto precari, e che possono andare avanti solo con il sostegno delle istituzioni e del volontariato”.
QUI L’OMELIA INTEGRALE DEL VESCOVO CORRADO.
Di seguito la preghiera pronunciata dal Vescovo davanti all’immagine di Gesù Misericordioso.
Preghiera a Gesù misericordioso
O Gesù misericordioso, nostro Salvatore,
in questa seconda domenica del tempo pasquale,
celebriamo con gioia la festa della Divina Misericordia,
istituita da San Giovanni Paolo II,
accogliendo il desiderio che Tu stesso hai manifestato
alla tua serva Santa Faustina Kowalska.
Quando ti sei manifestato Risorto ai discepoli,
chiusi nel cenacolo, per la paura dei Giudei,
hai mostrato loro le Tue piaghe gloriose:
le Tue mani, con il segno dei chiodi, e il costato, trafitto dalla lancia.
Dal Tuo costato aperto uscirono sangue e acqua,
dal Tuo Cuore ardente di carità,
vengono a noi i raggi della Tua misericordia:
così Ti contempliamo nell’immagine che vide Santa Faustina
e che Tu hai voluto fosse rappresentata e venerata.
In questo tempo, anche noi siamo chiusi nelle nostre case,
per l’epidemia che ha colpito nazioni e popoli, e abbiamo paura, incerti per il futuro:
ma Tu, Signore, vieni ancora in mezzo a noi, c’inviti a guardare le Tue piaghe di Risorto,
a confidare nella Tua misericordia, a invocare pietà e perdono per i nostri peccati.
Come Tu stesso hai detto alla Tua serva Faustina:
«Desidero che la festa della misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime.
L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà alla sorgente della mia misericordia».
Con questa fiducia, ci affidiamo a Te, alla potenza della Divina Misericordia,
e ciascuno di noi ripete con tutto lo slancio del suo cuore:
«Gesù, confido in Te!». Amen
Pavia, 19 aprile 2020
Domenica della Divina Misericordia
+ Corrado vescovo