“Mons. Giovanni Volta è stato un grande testimone della fede. Come è scritto nella Lettera agli Ebrei, la fede è qualificata se viene vissuta con perseveranza: ed è stato proprio questo l’esempio che ci ha lasciato in eredità mons. Volta”. E’ la riflessione proposta dal vescovo Giovanni Giudici nell’omelia della Santa Messa celebrata oggi (martedì 5 febbraio) alle 17 nella Cattedrale di Pavia, in ricordo del vescovo emerito scomparso un anno fa. “La fede ha una grande ricchezza – ha aggiunto mons. Giudici -: può essere vissuta con la ricerca dell’uomo intellettuale, come ha fatto mons. Volta sino alla fine della sua vita, ma anche con l’animo di una persona semplice. L’incontro personale con Gesù ci permette di vincere fondamentalismi e dogmatismi e di capire cosa è veramente buono per la vita dell’uomo. Chiediamo al Signore che resti vivo in noi il ricordo di mons. Volta, per il bene che ha realizzato per la nostra comunità diocesana. Sia la sua vita, anche oggi, illuminata dalle nostre preghiere”.
Dopo la Santa Messa è seguita la presentazione del libro postumo di mons. Volta, dal titolo “Timore e speranza – la redenzione della morte in Agostino”. Don Giuseppe Grampa, docente dell’Università Cattolica e amico personale di mons. Volta, si è soffermato sui temi principali affrontati in questo libro: il pensiero della morte, guardata con gli occhi della fede; la redenzione; il principio dell’interiorità.
Dopo la Santa Messa è seguita la presentazione del libro postumo di mons. Volta, dal titolo “Timore e speranza – la redenzione della morte in Agostino”. Don Giuseppe Grampa, docente dell’Università Cattolica e amico personale di mons. Volta, si è soffermato sui temi principali affrontati in questo libro: il pensiero della morte, guardata con gli occhi della fede; la redenzione; il principio dell’interiorità.