Anche il nostro sito ospita l’editoriale del vescovo Giovanni Giudici, dedicato al Santo Natale e pubblicato sull’ultimo numero de “il Ticino”.
Nel tempo che ci è dato vivere, quelle parole valgono anche per noi. Fatica di relazioni personali e tra gruppi sociali; cuori segnati da tristezze per limiti e per povertà; incapacità a fare passi significativi, sia come singoli che come società, che ci consentano di superare gli ostacoli, di aprire varchi verso un futuro positivo.
E tuttavia la Chiesa non si stanca di celebrare il Signore che con i suoi messaggeri ci ripete: Non temete, ecco io vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore. Noi, per via della ripetizione amabilmente ostinata della liturgia, riascoltiamo queste promesse, anzi le consideriamo vere, attuali, capaci di cambiare le nostre prospettive e di sperimentare la gioia.
E’ giusto e opportuno comportarsi a questo modo? Non c’è forse illusione in noi? Attenti a tutti gli aspetti che racchiude in sé il Natale. Anzitutto badiamo: la storia si ripete. Nel giorno natale di Gesù, sullo sfondo c’è l’impero di Roma, segnato da ingiustizie e soprusi, ma che ordina un censimento per misurare il suo dominio. E nel disagio che comporta per molti quell’inutile conta, Maria e Giuseppe non trovano posto in una casa, ma in un locale inadatto. Solo la loro preveggenza e cura consentono che nasca tranquillo e in luogo dignitoso il figlio della Donna, Gesù.
La narrazione che ci presenta il Natale continua: poco distante c’è un campo di pastori, persone semplici, capaci di accogliere con stupore sì, ma senza pregiudizi, sia la novità quotidiana di una nascita di un figlio, che la incredibile festa del cielo; le cure premurose di quelle bende preparate per fasciare l’infante sono del tutto inadatte alla povertà della semplice dimora dove giace il bambino. Ma essi intuiscono quale è il modo di agire di Dio, e hanno incontrato la gioia, e hanno visto il futuro illuminato da luce nuova.
Che faremo noi? Come sarà il nostro Natale? Non chiudiamoci su noi stessi, intristiti e scontenti, per contare le nostre ferite, o per considerare le sconfitte nel nostro organizzare la società; è inutile soffermarci su ciò che sembra non cambiare mai, sul ripetersi degli avvenimenti e degli errori umani. Facciamo anche noi un passo, come i pastori. …andate a vedere; abbiate il coraggio di credere, muovetevi con il cuore e ascoltatelo, in modo da esclamare: «Mio Dio, quanto sei grande nel segno del Bambino; quanto sei grande nei piccoli segni della mia vita».(C.M.Martini)
E aprendo il cuore al perdono, alla gratuità, alla matura attenzione al bene della società, sperimentiamo con il Cristo bambino la gioia del Natale.
Mons. Giovanni Giudici, Vescovo di Pavia