C’è un filo rosso che lega tutti i Grest che ogni estate, negli oratori pavesi come in quelli del resto d’Italia, accolgono centinaia di bambini e ragazzi per offrire loro un’esperienza alternativa: si tratta di quel senso di “sentirsi come a casa” che il visitatore percepisce già dall’ingresso, vedendo il parroco, l’educatore o il collaboratore pastorale che gli vanno incontro per accoglierlo al meglio, oppure percependo già dall’esterno il vociare divertito dei sempre tanti partecipanti , bambini e ragazzi che si rincorrono nell’eterno gioco della vita.
Il settimanale diocesano Il Ticino ha seguito, come ogni anno, tanti Grest estivi raccontandone elementi comuni e novità attraverso le proprie pagine e, come sempre, è stata una piacevole scoperta: dal gruppo estivo che ha bandito i telefonini, a quello del sorriso, a quello dove si impara l’arte dell’origami all’altro dove ci si sente parte di una grande famiglia. Il Grest in oratorio rimane un punto di aggregazione, di incontro, di crescita e di scambio insostituibile che di anno in anno contiene un messaggio educativo e di vita unico: “Per educare è necessario amare”, ha detto uno dei parroci incontrati durante queste settimane e mai frase fu più adatta per descrivere ciò che avviene ogni anno nei centri estivi degli oratori, una “magia” che prende ispirazione dalla vita di Cristo e dalla “Bella Storia” dell’esistenza di ognuno di noi.
(Nella foto di apertura il Grest della parrocchia di Certosa, coordinato dal parroco don Marco Gatti e da don Gabriele Maini)