«Dum volvitur orbis, stat crux», «Mentre il mondo gira, la croce sta, resta salda».
E’ con l’antico motto dei monaci certosini che monsignor Corrado Sanguineti ha voluto aprire la riflessione del Venerdì Santo, svoltasi in Cattedrale a Pavia nel pomeriggio del 19 aprile, memoria della passione e morte del Signore. Una riflessione che ha voluto subito richiamare all’attenzione dei fedeli presenti in Cattedrale il terribile incendio che pochi giorni prima aveva colpito la Cattedrale parigina di Notre Dame: “Ho ancora negli occhi l’immagine impressionante che si è presentata ai primi pompieri, entrati dentro la cattedrale di Notre Dame di Parigi, al mattino di martedì scorso, 16 aprile, dopo una notte impiegata a domare il terribile incendio, scoppiato nella serata di lunedì, proprio all’inizio di questa Settimana Santa. Ricordiamo tutti il turbamento e lo sconcerto che abbiamo provato nel vedere il tetto della grande cattedrale di Parigi divorato dalle fiamme, e quando finalmente l’incendio è stato sedato, una visione di grande impatto si è offerta allo sguardo dei primi che hanno varcato la soglia di Notre Dame: la navata centrale della chiesa piena dei resti del tetto ligneo bruciato e crollato, insieme alla guglia del duomo, e in fondo la zona del presbiterio salva, con la cattedra del vescovo, l’altare al centro e la grande croce che domina. E poi le reliquie tratte in salvo, tutte reliquie della passione di Gesù: la corona di spine, la sacra tunica di Cristo. Ecco, in mezzo al crollo e alle rovine, sta la croce, la croce di Cristo, e sotto la croce, l’altare, la mensa della cena del Signore, dove si rende presente, in ogni messa, l’unico sacrificio che redime il mondo, l’offerta perfetta e piena di Cristo, Figlio amato e amante, al Padre”.
Un’immagine, quella del crocifisso salvo, che ha colpito molto l’immaginario collettivo e che va visto, nella storia, come estremo gesto di amore: “Non siamo adoratori di un simbolo, peggio di un feticcio, e non possiamo mai separare la croce da Cristo, da colui che ha trasformato un terribile supplizio, un segno di morte che incuteva paura e orrore, in un segno di amore, di amore puro e totale, in un segno di vita e di gloria – ha detto il Vescovo Corrado -. È la gloria dell’amore che donandosi fino alla fine, fino al compimento, attraversa la valle oscura della morte e fa sgorgare dal fondo della morte, la potenza della risurrezione, una nuova vita che non muore più!”.
La meditazione che monsignor Sanguineti ha pronunciato durante l’azione liturgica del Venerdì Santo , è disponibile qui