A chi è alla ricerca delle sorgenti della fede proponiamo la “PREGHIERA DI TAIZÉ”, Ogni secondo lunedì del mese ci troviamo a pregare con lo stile Taizé, con uno sguardo particolare di attenzione per i nostri giovani. Prossimo incontro: lunedì 11 novembre alle ore 21 nella chiesa di S. Maria di Caravaggio in viale Golgi 39 a Pavia.
Viviamo in un mondo in cui ogni giorno si è bombardati da una miriade di informazioni multimediali, ma a Taizè avviene esattamente il contrario. I giovani raggiungono la collina francese per vivere il silenzio, per meditare, per pregare. «Tu sei venuto a Taizé per andare alle sorgenti di Cristo, attraverso il silenzio e la preghiera. Tu sei venuto per trovare un senso nella tua vita…»: è questa la frase di un testo che da molti anni, in diverse lingue, viene consegnato ai giovani che si recano sulla collina di Taizé. Nella società di oggi si comunica molto, ma si ascolta poco; viviamo una crisi di paternità, le famiglie hanno rinunciato alla loro responsabilità educativa, si avverte la mancanza di adulti “significativi”, capaci di ascoltare i giovani e aiutarli a scoprire il senso della loro esistenza. A Taizé, invece, i monaci accolgono i visitatori in maniera disinteressata, semplicemente pronti ad ascoltarli. «Noi siamo prima di tutto uomini di ascolto, non siamo maestri spirituali»: queste parole, ripetute spesso da frère Roger ai fratelli della comunità, erano un invito più a condividere le domande che a dare risposte, e i giovani sono «molto sensibili a questo.
Sono alla ricerca di una paternità spirituale di uomini che siano come l’incarnazione del senso e con i quali possano parlare a fondo di se stessi e di ciò che li preoccupa».
A Taizé i giovani, in un mosaico di lingue, colori, culture, fanno esperienza di fratellanza universale, di una comunità che condivide beni materiali e spirituali, di una liturgia semplice, fatta di canti delicati che toccano il cuore, di un’accoglienza gratuita che, ascoltando senza giudicare, è «espressione di una fiducia senza precedenti nelle giovani generazioni». Chi ascolta mette a tacere i suoi pensieri, fa silenzio interiore, e questo silenzio, come una calamita, attrae i giovani che, poco alla volta, imparano a gustarlo, a viverlo; i giovani hanno bisogno di fare esperienza del silenzio per sentire la voce del Signore e a Taizé trovano un silenzio misterioso, come di una luce interiore, che li conquista. Il silenzio è importante per la vita cristiana, perché è nel silenzio che si prega, e i giovani, abituati a vivere in un mondo sovraesposto a rumori e comunicazioni multimediali, hanno bisogno di iniziare dal silenzio, per iniziare a pregare.
Iniziare i giovani alla preghiera è qualcosa di totalmente diverso dall’istruire i giovani sulla preghiera
fornendo loro una serie di informazioni metodologiche o spirituali; si tratta infatti di considerare il giovane nella sua interezza, facendogli vivere un’esperienza affettiva, del corpo e dello spirito, della parola e del silenzio, delle immagini e dei canti, secondo la logica non del discorso, ma di un «apprendistato per immersione», ossia di una full immersion nella preghiera di una comunità che si riunisce per lodare il Signore. Infatti i giovani vogliono toccare con le loro mani, si fidano solo della loro esperienza personale e, pertanto, questa è l’occasione per far sperimentare e gustare la bellezza della liturgia, del canto, del silenzio, del respiro che ritma i tempi dell’assemblea che prega.
Don Lorenzo Lardera