La Santa Messa alla stazione ferroviaria di Pavia

“Il censimento è un conto, voluto da Cesare Augusto. Ci sono uomini che contano altri uomini. Ma non solo: ci sono uomini che credono di contare perché contano e che fanno di quei numeri il loro potere, sacrificando tutto per quei numeri e per ciò che rappresentano. Per contare di più sono disposti ad umiliare, dimenticando la sacralità di ogni popolo, che è di Dio. Ipnotizzati dal successo e dal potere, non si accontentano mai. Ma non godono la vita, non accettano gli imprevisti. Sono l’opposto degli uomini che non contano, che vivono nella semplicità. Vivono ai margini, in un carcere, in ospedale, in stazione. Hanno perso casa e lavoro e famiglia, vivono sotto bombe, cartoni e giudizi. Sono quelli che Dio ama, fino a diventare uno di loro”.

L’omelia pronunciata da don Alberto Lolli, Rettore del Collegio Borromeo, durante la Santa Messa celebrata alla stazione ferroviaria di Pavia, alle 20.30 del 24 dicembre, ha riscosso inaspettatamente l’applauso dei fedeli presenti. Accanto a don Lolli, il Vescovo Mons. Corrado Sanguineti, don Dario Crotti, il cardinale Michael Czerny (arcivescovo cattolico e religioso canadese, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale), il giovane seminarista Elia Cobianchi e tanti senzatetto che in stazione trovano riparo. Numerosissimi, come lo scorso anno, i fedeli che hanno scelto di stringersi presso la biglietteria, ad un passo da un altare improvvisato ma in quei momenti più significativo dei marmi pregiati, simbolo della chiesa in uscita tante volte invocata da Papa Francesco.

In avvio di celebrazione, la testimonianza di Andrea, che ha ricordato a tutti il perché della Santa Messa alla stazione ferroviaria: “La stazione è uno speciale presepe vivente, composto da tutte le persone che vi lavorano e che vi passano; ci sono i pastori che vi dormono, i volontari che ci aiutano. Stasera ricordiamo i nostri amici senzatetto che sono mancati quest’anno. Portateci qui la preghiera e la fede, perché anche noi attendiamo la pace dei cuori”.

Ogni tanto, nel silenzio della preghiera, la voce dell’altoparlante che scandiva arrivi e partenze ricordava ai presenti che Dio c’è ed è con noi ovunque ci si riunisca nel suo nome.