Veglia Pasquale, l’attesa dell’Annuncio

“Noi siamo qui, stasera, perché le donne non sono rimaste chiuse nel loro silenzio, «con timore e gioia grande» sono corse dai discepoli a dare l’annuncio. Quando si scopre qualcosa di grande, non si può tenerlo per sé, si sente il desiderio di condividerlo e di farlo conoscere, e da allora, è come una catena di vita e di testimoni, che di generazione in generazione comunicano l’annuncio ricevuto, parlano del Signore che si fa incontro ancora oggi nella nostra vita, attraverso la comunità cristiana, nata dalla Pasqua di Gesù, attraverso amici, fratelli e sorelle che ci testimoniano la gioia e la bellezza della fede, attraverso la Parola che ascoltiamo nella Scrittura, nei Vangeli, attraverso i segni sacramentali”.

Così il Vescovo, Mons. Corrado Sanguineti, nell’omelia pronunciata in Cattedrale durante la Veglia Pasquale, simbolo del popolo di Dio silente e in attesa dell’Annuncio che trasforma la morte in vita.

Nelle parole di Mons. Sanguineti anche un monito rivolto a chi non veglia per il bene ma per il male: “Sant’Agostino, che da milletrecento anni è presente a Pavia con le sue venerate reliquie nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, nel passo appena citato, affermava che in questa notte «tutto il mondo veglia». E noi potremmo chiederci: ma è proprio così? Tutto il mondo veglia? Sembrerebbe di no. Anzi, il tempo odierno, soprattutto nelle società occidentali, sempre più scristianizzate, appare avvolto da una crescente indifferenza per la fede e per il Vangelo: sembra che molti cuori dormano nel sonno di una vita tranquilla e soddisfatta, almeno all’apparenza, che altri veglino non per attendere il Signore, né per celebrare la sua risurrezione, ma per inseguire una felicità a poco prezzo, alla ricerca di piaceri ed emozioni sempre più forti, che alla fine lasciano il cuore sempre più vuoto. Altri vegliano per realizzare progetti di potere, di ricchezza, per affermare se stessi. Purtroppo non mancano uomini, soprattutto tra i potenti nel mondo, che vegliano per ordire e compiere guerre e conflitti, per pianificare combattimenti e distruzione, per allargare la propria sfera d’influenza, a costo della sofferenza e della morte d’innocenti, come sta accadendo da più di un anno nella martoriata Ucraina, e in altri popoli dimenticati”. Eppure, ha proseguito il Vescovo, nella notte che precede la Pasqua sono tanti i fedeli che pregano, in chiese piccole e grandi del mondo, aspettando l’Annuncio di salvezza.

QUI L’OMELIA COMPLETA DEL VESCOVO CORRADO PER LA VEGLIA PASQUALE 2023