Per questo chiedo a tutti – come ho già fatto in queste settimane – di starmi vicino e di accompagnarmi con la preghiera, con l’affetto, con vera fraternità di cuore, perché il Signore porti a compimento l’opera buona che ha iniziato, in me e in voi, l’opera della santità, il miracolo di un’esistenza lietamente donata a Lui e al suo popolo.
Viviamo giorni segnati dal vivo contrasto tra la luce e le tenebre, la luce della misericordia di Dio, in quest’Anno Santo che Papa Francesco ci ha regalato, la luce di tanti testimoni e di tanto bene che ancora accade nel mondo, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità – quanto bene ho visto e ho toccato intorno a me in queste settimane, davvero il miracolo di un popolo e di un’amicizia che solo Gesù rende possibile! -. E poi ci sono le tenebre: le tenebre della violenza folle che insanguina tante parti del mondo, le tenebre dell’immane sofferenza di popoli, costretti a migrare, vittime dell’ingiustizia e della miseria, della persecuzione contro le minoranze cristiane e altre minoranze religiose, le tenebre di una frantumazione dell’umano, nelle sue evidenze naturali più semplici e immediate, soprattutto nella nostra cultura post-moderna in Occidente.
Ecco, proprio il tempo natalizio che oggi chiudiamo con la festa del Battesimo del Signore, rinnova in noi l’umile certezza che «la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1,5), la luce che è Cristo stesso, che vive qui ora tra noi, e che traspare di più nella scia luminosa dei Suoi santi, noti e ignoti, che non mancano mai alla Sua Chiesa: aiutiamoci, amici carissimi, a guardare questa Luce apparsa nella nostra carne, lasciamoci incantare, avvolgere e trasformare da Cristo, per essere testimoni suoi per tutti coloro che ci è luogo di incontrare.
Permettete, infine, un semplice grazie a tante persone, qui presenti, anche solo con il cuore e nella comunione che ci lega in Gesù, a coloro a cui devo moltissimo nel mio cammino:
– Grazie a voi familiari, in particolari ai miei grandi genitori, alle mie sorelle con le loro famiglie, a mio fratello con i suoi compagni “Memores Domini”: la mia fede e la mia vocazione sono nate e cresciute nelle mura della nostra casa!
– Grazie ai Vescovi qui presenti, in particolare al cardinale Bagnasco che mi ha consacrato, a Mons. Giudici e Mons. Tanasini anche per come mi sono stati vicini in queste settimane: un grazie di cuore a Lei vescovo Alberto per tutta la paternità che mi ha testimoniato in questi anni, un grazie anche a Mons. Alberto Maria Careggio che mi ha accompagnato come Vescovo di questa Diocesi per quasi 10 anni, a Mons. Giulio Sanguineti per la sua fraterna amicizia. Un grazie anche all’amico Mons. Andrea Migliavacca, da poco vescovo di San Miniato, mio compagno di studi negli anni belli al Lombardo a Roma.
– Grazie anche al pastore Martin Ibarra, della Chiesa Battista di Chiavari, a Filip Sorin, della Chiesa Ortodossa romena di Chiavari, che mi hanno fatto onore della loro presenza. Grazie a voi sacerdoti, in particolare a tutti i miei confratelli della Diocesi di Chiavari, a cominciare dai membri del Reverendo Capitolo della Cattedrale, di cui sono stato Prevosto e Parroco in questi ultimi due anni, ai miei nuovi confratelli di Pavia, ringrazio di essere venuti in tanti oggi: fin da ora accoglietemi come vostro pastore, che desidera essere con voi e per voi amico e padre. Grazie a tutti gli amici sacerdoti di altre Diocesi, ai miei compagni di studio e d’insegnamento, ai confratelli con cui condivido il dono del carisma del Servo di Dio Mons. Luigi Giussani, soprattutto nella Fraternità dello “Studium Christ”i. Un grazie speciale agli amici sacerdoti anziani e ammalati, soprattutto quelli della Casa di Chiavari, per la loro vicinanza e preghiera.
– Grazie a tutti i parrocchiani con cui ho camminato nella mia vita di prete: quelli di Levaggi, di Piani di Ri, di San Colombano di Vignale e di San Martino del Monte – ben 17 anni di cammino insieme – e ai fedeli che ho conosciuto, servito e amato in questi ultimi due anni in Cattedrale.
– Grazie a tutti gli amici di Comunione e Liberazione, a tutte le famiglie con le quali sono nati dei legami forti e profondi, grazie a tutti coloro che in questi giorni si sono impegnati nel preparare in tanti modi la mia festa: uno spettacolo di amicizia e di carità!
– Grazie a tutte le Autorità che non hanno voluto mancare con la presenza o con dei messaggi a questo momento: i Parlamentari presenti, i rappresentanti della Regione e della Città Metropolitana di Genova, i rappresentanti dei Comuni di Chiavari, di San Colombano Certenoli e di altri del nostro territorio, i membri delle Forze dell’Ordine e degli Alpini, i rappresentanti delle Confraternite, delle Associazioni e dei vari movimenti ecclesiali e dei vari Comitati.
– Infine un grazie particolare e un saluto lo rivolgo agli anziani, ai malati, a cominciare da quelli che sono qui davanti a me per arrivare e alle persone che seguono da casa, anche da Pavia, e si uniscono alla nostra preghiera: grazie a Telepace che rende possibile questa comunione al di là delle distanze!
Fratelli e sorelle, amici carissimi, mentre vi rinnovo il mio più profondo ringraziamento per la vostra presenza, chiediamo insieme, per me e per noi tutti, la più grande grazia: la grazia di essere fedeli a Gesù e al suo corpo vivente, la sua Santa Madre Chiesa, e che in questa fedeltà, anche nei tempi della prova, si possano realizzare, nel nostro cuore e nella nostra carne, le belissime parole che nello Stabat Mater rivolgiamo a Maria: «Fac ut ardeat cor meum in amando Christum deum ut sibi complaceam», “fa che il mio cuore arda dell’amare Cristo Dio perché possa piacere a Lui, che il nostro cuore possa davvero ardere di commozione per l’imponenza della bellezza di Cristo!”.
+ Mons. Corrado Sanguineti
Vescovo eletto della Diocesi di Pavia