“Quante volte il credente e pastore Joseph Ratzinger ha testimoniato con la sua parola e con il suo modo d’essere, di vivere e di pregare che questa è la gioia e la bellezza della fede cristiana: un’inesauribile amicizia che ci può sostenere e accompagnare in ogni passaggio dell’esistenza, fino e oltre all’ultimo passaggio della morte. Davanti a Cristo, allora, la preghiera non è solo lode e ringraziamento, ma diviene domanda, grido di soccorso e di aiuto, perché, guardando l’anno che volge al termine, avvertiamo, carissimi amici, la nostra umana povertà, il peso delle sofferenze e delle prove che segnano il nostro tempo, oscurato da nubi di guerre insensate e inumane, in Ucraina, in Siria, in paesi dimenticati dell’Africa, da ingiustizie e violenze contro innocenti, contro popoli soffocati nelle loro giuste esigenze di libertà e di vita – come in questi giorni le donne in Iran e in Afghanistan che non possono essere lasciate sole da noi, uomini e donne del cosiddetto “mondo libero” – dalla follia di una cultura di morte, che spende cifre immense per gli armamenti, che chiude le porte a chi, mettendo a rischio la propria vita, viene a cercare un futuro, lontano da guerre e miseria, che promuove l’aborto e l’eutanasia come diritti e libertà, facendo delle nostre società sviluppate e democratiche un deserto inospitale per la vita nascente, fragile e morente”.
E’ uno dei passaggi più significativi dell’omelia che il Vescovo di Pavia, Mons. Corrado Sanguineti, ha pronunciato durante l’ultima Santa Messa del 2022, che come sempre contempla anche il canto del Te Deum. Il pensiero del presule pavese è corso più volte alla dipartita del Papa Emerito Benedetto XVI, ricordato in diversi tratti della sua riflessione, che qui di seguito è possibile leggere e scaricare integralmente.