Cinquantaquattro anni, grande appassionato di montagna, originario di Chiari (Brescia), don Giuseppe Volponi dal 2 di ottobre è il nuovo parroco di San Luigi Orione a Pavia, unità che comprende anche le chiese di Cà della Terra e di san Giorgio in Fossarmato, succedendo a don Antonio Lecchi. La nomina ufficiale era giunta il 1° di agosto e ora don Giuseppe farà il suo ingresso a tutti gli effetti: “Veramente di ingressi qui in parrocchia ne faccio tutti i giorni – dice scherzando il nuovo parroco, che è in residenza al don Orione da quasi un anno e mezzo in supporto a don Antonio -. Qui mi conoscono bene ormai, e sono contento di mettere radici a Pavia”.
Quali saranno le direttrici di azione su cui don Giuseppe vuole costruire la sua idea di comunità? “Sono un convinto sostenitore della continuità di e con chi mi ha preceduto e che ricevo (mi riferisco all’operato prezioso di don Carlo e don Antonio) più che volentieri. Penso a loro e porto avanti l’attenzione agli ultimi, ai poveri, agli ammalati e agli anziani, l’idea di una comunità educante, l’attenzione ai giovani e al compimento del cammino sinodale. Quattro direttrici che cercherò di portare avanti in diversi modi: per quanto riguarda la prima, conto ad ottobre di ricominciare con la benedizione delle famiglie; con i giovani (carisma che porto nel cuore e che è caratteristica di noi orionini) punto a recuperare il senso di appartenenza riagganciando loro ma anche le loro famiglie per promuovere un cammino di vicinanza comune e di sostegno reciproco dopo gli anni duri di chiusure provocate dal Covid. Preziosa, a tale proposito, anche la collaborazione mai venuta meno con la parrocchia di Sant’Alessandro Sauli. Grazie al Grest estivo e alle iniziative di gruppo, infatti, vorrei poter condividere con le famiglie gioie e fatiche, sfide e difficoltà, in modo tale da essere tutti alleati e far fronte insieme alla vita in cammino. In questo discorso si innesta poi anche la chiesa in uscita tante volte auspicata da Papa Francesco: siamo in missione, la sinodalità è dare respiro comunitario alla pastorale, è riavvicinare le famiglie e le realtà che gravitano attorno alla parrocchia con compartecipazione e corresponsabilità anche da parte dei laici”. Infine, ricorda don Giuseppe, c’è la preziosa collaborazione di don Tarcisio Piotto, vicario parrocchiale che arriva da una esperienza missionaria in Madagascar, di don Albino Bassanese e del giovane studente e chierico di origini rumene Cornel Buzatu, validissimo aiuto in oratorio.