Per don Gabriele la prima Messa è in programma a Landriano domenica 28 giugno alle ore 10.00.
Gabriele siamo arrivati al grande momento. Quali le sue sensazioni?
“Il mio è un sentimento di serenità e tranquillità. Mi è parso che in tutti questi anni dopo l’esperienza di diaconato permanente iniziata nel 2006, il Signore mi chiedesse di fare questo passo di approfondimento dentro il ministero. Quindi, provo grande serenità e la consapevolezza che sto rispondendo a qualche cosa di più grande di me e che le mie possibilità sono limitate. Però il Signore mi chiede di fidarmi di lui e iniziare un’avventura nuova, molto più affascinante e più profonda”.
Se dovesse ripensare alle tappe del percorso sacerdotale quali indicherebbe come fondamentali?
“L’immagine che mi viene in mente è quella del presbitero agli inizi della Chiesa: l’anziano che aveva fatto un’esperienza più profonda nella conoscenza e nella testimonianza di Cristo. Ecco io credo che il Signore mi abbia proprio dato la grazia di maturare passo dopo passo: come per il cammino verso il diaconato, che mi sembrava essere definitivo e quando ho cominciato a vivere pienamente da diacono ho capito che il Signore mi chiedeva di fare un passo successivo. Quindi, tutti questi momenti sono stati importanti perché mi hanno aiutato a entrare sempre di più nella vita di Cristo. Il mio sforzo di vita costante, quello che ho scelto di mettere sull’immaginetta, è che non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me. Questo è il desiderio che porto nell’ordinazione e nella mia vita.”
Quindi non considera quella di sabato un arrivo, ma una partenza?
“Di questo sono sicurissimo. Così come non lo è stato il diaconato. Questa è una tappa per il sacramento, ma è una ripartenza vera e nuova riempita dallo Spirito e dal suo dono che mi verrà dato dal Vescovo”.
A chi dice grazie?
“Prima di tutto dico grazie al Signore. Poi, devo dire grazie ai tantissimi fratelli e sorelle che in questi anni mi hanno accompagnato con la preghiera, con l’esempio e aiutandomi a capire che la mia vita aveva senso solo perché era donata a loro e perché Dio mi chiedeva di fare quello. Tra questi tantissimi fratelli inserisco i sacerdoti e le suore che mi hanno accompagnato in questi anni, le comunità parrocchiali di Landriano, in cui sono nato e cresciuto, Fossarmato e Sant’Alessandro, che sono state le prime parrocchie della mia esperienza diaconale. Poi, metto l’Unità Pastorale di Giussago e la parrocchia di Guinzano, dove sono ancora oggi: mi hanno aiutato a capire che il Signore mi voleva prete. Perché io divento prete solo perché lo vuole il Signore e non perché lo voglio io!”
Quali sono i suoi auspici a partire da sabato?
“Vorrei cercare di continuare a vivere questo stupore giorno dopo giorno dell’essere ministro del Vangelo, dell’eucarestia e della misericordia di Dio con la consapevolezza di essere uno strumento nelle sue mani. Il bene che io riesco a fare proviene da lui e quindi l’auspicio è quello di continuare a vivere questa amicizia con lui che si trasforma nella vita con i fratelli. Per me la gioia più grande è quella di sentirmi dentro una famiglia, che è la Chiesa, accanto alle persone che il Signore mi affida e sentirmi parte di questa famiglia che cammina tutta insieme”.
Elia Belli