Nel film “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza” (anno di produzione 2021, il titolo è anche quello del percorso espositivo e conoscitivo organizzato dal Meeting lo scorso anno) tre grandi personalità si fanno provocare dalle domande più radicali del nostro tempo e tentano di rispondere partendo innanzitutto dal proprio percorso personale: Charles Taylor, professore emerito di filosofia alla McGill University di Montreal; Juliàn Carrón, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione dal 2005 al 2021 e Rowan Williams, professore emerito di pensiero cristiano contemporaneo all’University of Cambridge e Arcivescovo di Canterbury, primate d’Inghilterra dal 2002 al 2012. Nel tardo pomeriggio di lunedì 13 giugno a Pavia, in occasione del Meet the Meeting pavese (il percorso di avvicinamento e sostegno al Meeting di Rimini che si svolgerà dal18 al 23 agosto), è stato ospite al Politeama Juliàn Carròn in persona, insieme alla regista di “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza” Giulia Sodi, laica e non credente.
“Il cristianesimo deve essere una scelta compiuta nella massima libertà e mai una imposizione, così come non deve essere un insieme di comportamenti imposti da qualcun altro”, ha detto don Juliàn Carròn. Altro concetto tornato spesso nelle parole di Carròn è stato, ovviamente, la paura: “Ciò che vince la paura, osservando esperienze umanissime, è la certezza di una presenza con cui ogni persona può stare nel reale, riconoscendo quella paura per quello che è; se noi siamo certi di qualcosa, si torna a vedere il reale, se manca la presenza che ci permette di tornare a vedere il reale facciamo diventare le formiche dei giganti. Un esempio: un bambino in un lunapark sarà felice davanti alle attrazioni solo se sarà con i genitori, se perde loro trovandosi improvvisamente solo anche le giostre diventeranno un’esperienza negativa e proverà una terribile paura”.