“Pavia e la pavesità, insieme alle esperienze che qui aveva vissuto, sono sempre state presenti nel modo di agire del Cardinale Virgilio Noè, a cominciare dal ricordo della sua chiesa di Zelata, dove aveva ricevuto i primi sacramenti e la sua ordinazione presbiterale. In lui era presente anche l’ottima e salda formazione che aveva ricevuto nel seminario di Pavia, da cui si lasciò sempre guidare in tante circostanze della vita e della attività romana”. E’ sfumata di emozione la voce di Mons. Vittorio Lanzani, Vescovo titolare di Labico, che per tanti anni è stato a fianco del Cardinale Virgilio Noè e di cui ha ricordato la figura, a 10 anni dalla morte, con una celebrazione in Duomo a Pavia nel pomeriggio di domenica 25 luglio. Mons. Lanzani, alla presenza di Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia, ha voluto ricordarne la figura e i tratti salienti, ma anche il legame, mai venuto meno con la città e con la comunità di cui faceva parte: “Conservò sempre il suo legame con Pavia anche negli altri incarichi della Curia romana e nella guida della Basilica di San Pietro – ha ribadito il Vescovo di Labico -. La sua formazione e preparazione al sacerdozio e i suoi primi passi nel Ministero furono proprio nel Clero di Pavia dove raffinò il suo spirito sacerdotale e il suo amore per l’apostolato”.
Don Noè trascorse 20 anni di sacerdozio a Pavia, dal 1944 (anno della sua ordinazione) al 1964, quando fu chiamato a Roma. In quella circostanza, ha ricordato Mons. Lanzani, il giovane don Virgilio (a cui il vescovo Allorio aveva detto nel 1951, quasi profeticamente, di applicarsi allo studio della liturgia perché “servirà a te, alla diocesi e a qualcun altro”), si trovò in difficoltà mentre in macchina, partito da Pavia, stava cercando di raggiungere Roma: “Mi poi confidò che durante il percorso in autostrada venne preso da malinconia e si fermò a causa di un senso di smarrimento: a Roma non sapeva bene quali fossero stati i suoi impegni dove andava ad abitare e d’istinto sentì che voleva tornare sui suoi passi. Ma poi si riprese d’animo comprendendo l’importanza della chiamata e ripensando alle parole del suo vescovo che lo inviava con grande incoraggiamento”.
QUI L’OMELIA COMPLETA PRONUNCIATA DA MONS. VITTORIO LANZANI IN CATTEDRALE