La campagna di Avsi “Emergenza Libano – Hope4Lebanon” anche a Pavia

AVSI è presente nel Paese dei Cedri dal 1996 con progetti sociali, educativi, di offerta lavorativa e nell’agroalimentare

Il Libano è stato per millenni un punto di incontro tra civiltà differenti (tra cui quella fenicia, cananea, egizia, assiro-babilonese, persiana, ellenistica, romana, bizantina e araba) ed è abitato da diciotto confessioni religiose, ciascuna dotata di una propria distinta identità, ed offre, di conseguenza, un panorama culturale straordinariamente ricco e stratificato.

“Come sapete la situazione in Libano negli scorsi giorni è peggiorata ancora, e nelle prossime ore non accenna a migliorare”. “Il Libano non vuole questa guerra”, Sono le parole di Francesca Lazzari, rappresentante di AVSI in Libano. È da mesi che, nel sud del Libano, nel distretto di Marjayoun, si registrano attacchi ogni giorno: ad oggi si contano 96.829 sfollati e 435 vittime di cui almeno 97 civili.

Per dare un contributo concreto a questa emergenza­ – Libano, proponiamo a tutta la città un concerto di canti mariani con la soprano Roberta Frameglia e il trio di chitarre Concordia C[h]ordis che si terrà venerdì 18 ottobre presso la Chiesa di Santa Maria di Canepanova a Pavia. L’ingresso e libero e si farà una raccolta fondi per il progetto AVSI Emergenza Libano, Hope4Lebanon.

Dall’avvio della campagna AVSI ha già garantito assistenza primaria a più di 9 mila persone. Nei mesi precedenti il sostegno alle persone più vulnerabili non si è mai fermato, in particolare nel sud del Paese, dove gli interventi sul campo sono stati ostacolati a causa dei bombardamenti. Le attività di sostegno continuano da remoto, fornendo attività educative e psicosociali a più di mille bambini e alle loro famiglie, garantendo aiuto e vicinanza in questo momento così complesso.

Nelle ultime settimane, l’interrato del centro Fadaii, “la casa di AVSI nel sud del Libano” è stato adattato per diventare un luogo sicuro dedicato alla distribuzione di aiuti umanitari, protetto da spessi muri in cemento armato. Sono state gestite distribuzioni in piccoli gruppi, garantendo assistenza alimentare e sanitaria, oltre a supporto psicologico per le famiglie colpite dal conflitto.  Al via una raccolta di aiuti per soccorrere oltre un milione di civili in fuga dalla guerra. “Anche tra noi operatori molti hanno perso tutto. Ma non smettiamo di rimanere accanto ai più fragili”. Maria Acqua Simi dice: “Siamo nell’emergenza, dalle finestre del nostro ufficio di Beirut vediamo il fumo delle esplosioni e sentiamo tremare tutto per i bombardamenti. Di notte è difficile dormire, ma alla mattina tutti i miei colleghi di Avsi sono qui, operativi, per dare una mano”.

Chi sta pagando il prezzo più alto di questa crisi sono i bambini, circa 60 scuole offrono attività solamente da remoto e il Ministero dell’Istruzione si sta preparando ad avviare la didattica a distanza anche per il prossimo anno scolastico. Molti dei genitori hanno dovuto lasciare la loro casa, altri hanno perso il lavoro e non sanno più come sfamare e mantenere la propria famiglia. AVSI è rimasta accanto alle famiglie siriane e libanesi che vivono nella piana di Marjayoun che stanno affrontando questa situazione di grande incertezza sul futuro e, di conseguenza, di sofferenza emotiva e psicologica.

“In mezzo alle bombe in Libano noi cristiani abbiamo un compito”. racconta a Tempi (9/10/2024) il vescovo alla guida della Chiesa patriarcale di Antiochia dei Siri, un piccolo gregge di 140 mila fedeli nel mondo e 16 mila in Libano. E continua: “Tutti viviamo nell’angoscia e abbiamo paura. Ma dobbiamo superare le barriere, accogliere e portare speranza a tutte le persone, sciiti inclusi. La situazione è sempre più grave in Libano: Israele bombarda ovunque e nessuno si sente più al sicuro”. Anche monsignor Jules Boutros, come tutti libanesi che abitano a Beirut o nei paesi vicini alla capitale, la notte non dorme. “Da mezzanotte fino all’alba i bombardamenti non permettono di prendere sonno”.