“I malati che ricevevano la visita del ‘dottorino santo’ o quelli che erano curati dal giovane professo dei Fatebenefratelli, che amava compiere i servizi più umili, in certo modo, rivivevano l’esperienza dello storpio guarito da Pietro e Giovanni: non nel senso che tutti guarivano prodigiosamente, ma perché avvertivano uno sguardo pieno di attenzione e di dedizione alla loro umanità. Insieme alla cura e all’aiuto – molto concreto, perché il nostro Santo spesso non si faceva pagare o comprava lui le medicine o lasciava furtivamente un po’ di soldi – erano come richiamati a Gesù, invitati ad alzarsi, a riprendere speranza nel nome di Gesù”.
Lo ha detto il Vescovo, Mons. Corrado Sanguineti, nell’omelia pronunciata in occasione della Santa Messa celebrata a Trivolzio, nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, nella mattinata di lunedì 1° maggio, giorno della nascita al cielo di San Riccardo Pampuri. Hanno partecipato alla celebrazione del mattino (LA CUI OMELIA DEL VESCOVO E’ RIPORTATA INTEGRALMENTE A QUESTO LINK) anche diversi Fatebenefratelli, l’ordine a cui apparteneva san Riccardo, che nel pomeriggio hanno presso parte presso la cappella dell’RSA di Trivolzio, al “1° Incontro Ospedaliero San Riccardo Pampuri modello di ospitalità per oggi” insieme a collaboratori, volontari e benefattori dell’ordine religioso.