«Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi»

Attenzione a cancellare Dio dalle nostre vite, dal mondo. Attenzione al nichilismo radicale che oggi diventa sempre più “gaio” e vicino ad una realtà che non sa sperare più in nulla. E’ il forte monito che, riprendendo le parole di padre Raniero Cantalamessa, il Vescovo di Pavia, Mons. Corrado Sanguineti, ha voluto rivolgere ai fedeli riuniti in Cattedrale nel pomeriggio del Giorno di Pasqua, 9 aprile, per partecipare alla solenne celebrazione.

“Nella sua omelia, padre Cantalamessa ha descritto un clima di pensiero e di vita che ci circonda: «Il proclama di Nietzsche sulla morte di Dio, è stato declinato nei modi e con i nomi più diversi, fino a diventare una moda, un’atmosfera che si respira negli ambienti intellettuali dell’Occidente postmoderno. Il denominatore comune di tutte queste diverse declinazioni è il totale relativismo in ogni campo: etica, linguaggio, filosofia, arte e, naturalmente, religione. Nulla è più solido; tutto è liquido, o addirittura vaporoso. Al tempo del romanticismo ci si crogiolava nella malinconia, oggi nel nichilismo». Con questo richiamo, carissimi fratelli e sorelle, che dovrebbe renderci attenti e vigilanti, il predicatore della Casa Pontificia vorrebbe almeno «trattenere i credenti –chissà, magari soltanto qualche studente universitario – dall’essere attirati dentro questo vortice del nichilismo che è il vero ‘buco nero’ dell’universo spirituale, far risuonare fra noi l’ammonimento sempre attuale del nostro Dante Alighieri: “Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: non siate come penna ad ogni vento, e non crediate ch’ogni acqua vi lavi”». Ecco che qui si innesta, ha detto Mons. Sanguineti, l’esperienza di Maria di Màgdala, che pensava a Gesù morto e si trova davanti segni inequivocabili che trasformano la sua percezione, il suo pensiero, la sua intera vita: “Fratelli e sorelle, non abbiamo paura! Il nostro tempo, negando Dio, sta scegliendo il nulla, o cerca di sostituire Dio con l’uomo, concepito come artefice di sé e del suo futuro, addirittura inseguendo il sogno di oltrepassare l’uomo stesso, di costruire un “nuovo uomo”, con l’aiuto della tecnica sempre più performante il soggetto umano. Non abbiamo da opporre un’idea o un progetto ideologico, ma come cristiani siamo chiamati a testimoniare la bellezza di un annuncio e di una presenza che ci libera dall’orizzonte insuperabile della morte, che ci dà la possibilità di sperimentare, fin da ora, una vita più piena e più vera, e ci ridona la gioia d’essere uomini”.

QUI L’OMELIA COMPLETA DEL VESCOVO CORRADO PER IL GIORNO DI PASQUA 2023