Carissimi confratelli nel sacerdozio,
Vi raggiungo con questo messaggio in occasione della Giornata del Seminario fissata per domenica 20 novembre p.v. in concomitanza con la celebrazione diocesana della Giornata Mondiale dei giovani. Si è voluto mantenere la Giornata del Seminario, nella stessa domenica di Cristo Re dell’universo, scelta dal Papa per la Giornata Mondiale dei giovani a livello diocesano, perché accompagnare i giovani all’incontro con Cristo, accogliere e valorizzare la loro presenza e il loro protagonismo nella vita della Chiesa significa aiutarli a scoprire la vocazione personale che Cristo rivolge a ciascuno di loro a seguire lui, il Signore della vita, aprendosi anche al dono della chiamata alla donazione a Cristo, nel sacerdozio, nella consacrazione e nella missione.
Certo è un dolore per me e penso anche per tutti voi, vedere il nostro Seminario ridotto al lumicino: in questo momento c’è solo un giovane, che vive nella comunità inter-diocesana di Lodi, insieme a seminaristi di Lodi, Crema e Vigevano (in tutto 14), e c’è un giovane della nostra diocesi che sta percorrendo un iniziale cammino di discernimento.
Credo che sia giusto far conoscere ai nostri fedeli il momento difficile che stiamo attraversando e che condividiamo con tutta la Chiesa in Italia, in Europa e in vaste aree delle Americhe: c’è chi parla di un “inverno vocazionale” che segna la vita di molte comunità ecclesiali.
In questa situazione, potrebbero nascere in noi uno scoraggiamento, una visione pessimistica del futuro, il timore di un inesorabile declino della figura e del ministero presbiterale, ferito e offuscato anche dalla triste e squallida contro-testimonianza legata agli abusi, non solo sessuali, operati da sacerdoti e religiosi. Gravissimi delitti e peccati che sono all’attenzione, a volte morbosa, dell’opinione pubblica e che, tuttavia, hanno lasciato ferite profonde nella carne e nell’anima delle vittime, verso le quali, come Chiesa, abbiamo un dovere di giustizia e di riparazione, di carità, di sostegno e accompagnamento.
Sarebbe però una mancanza di fede rassegnarci e chiuderci in un amaro disincanto, perché il Signore è il vivente e ancora oggi è capace di parlare al cuore degli uomini e di destare il fascino di una vita vissuta per lui e per il Vangelo!
Se mai, questo tempo di “deserto” è da accogliere come tempo di purificazione e di conversione, per ritrovare, noi per primi, la bellezza e la gioia di essere sacerdoti e di esserlo insieme, come presbiterio: perché è questa gioia, che ci può accompagnare anche dentro le difficoltà e le fatiche del presente, la prima testimonianza che possiamo offrire, perché nasca nel cuore dei giovani che c’incontrano la disponibilità a vivere la fede e l’apertura alla chiamata del Signore.
Soprattutto, è tempo che nasca in noi e nelle nostre comunità una grande e intensa preghiera per le vocazioni, in particolare per il nostro seminario: la preghiera al padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe, è la forza del povero, è la ricchezza del mendicante.
Insieme alle iniziative che come pastorale giovanile, universitaria e vocazionale, si cerca di promuovere e di proporre, con il coinvolgimento di giovani disponibili, soprattutto quando incontrano un volto bello di Chiesa e si sentono loro stessi soggetti della vita ecclesiale e dei gesti rivolti ai loro coetanei, ciascuno di voi, cari sacerdoti, è chiamato a offrire attenzione e accompagnamento a chi mostrasse segni di apertura a una possibile vocazione, sapendo anche evocare questo orizzonte negli incontri con gruppi di adolescenti e di giovani.
Ma tutto questo sarebbe destinato a non portare frutto, se non si radicasse nella preghiera e nella docilità allo Spirito: occorre proporre nelle nostre comunità la preghiera per le vocazioni, come domanda per vivere ognuno la propria chiamata e la propria missione, e come invocazione fiduciosa e perseverante perché il Signore mandi santi apostoli per la sua Chiesa.
Per questo motivo, vi rinnovo l’invito a far conoscere l’iniziativa del “Monastero invisibile” perché si dilati questa rete di preghiera, e vi chiedo di proporre, nelle vostre parrocchie o unità pastorali, almeno un’ora di adorazione eucaristica settimanale dedicata alla preghiera per le vocazioni e per il seminario, invitando i vostri fedeli a sentirsi coinvolti tutti in questa grande supplica che dobbiamo far salire al cuore di Cristo.
Sentiamoci tutti chiamati a sostenere il dono di nuove vocazioni al ministero sacerdotale con la preghiera, la testimonianza, la proposta, non lasciamoci vincere dalla tentazione di uno scetticismo amaro, che non crede possibile l’opera potente di Dio e della sua grazia.
Al termine di questo mio appello, che consegno alle vostre mani e al vostro cuore, vi invito a fare vostre le parole di questa accorata invocazione di San Giovanni Paolo II, un Papa che con la forza della sua preghiera e della sua santità, ha segnato tante storie di vocazione:
«“Pastores dabo vobis”… Con queste parole tutta la Chiesa si rivolge a Te, che sei il “Padrone della messe”, chiedendo operai per la tua messe, che è vastissima (cf. Mt 9, 38). Buon Pastore, una volta Tu stesso hai mandato i primi lavoratori nella tua messe. Erano Dodici. Ora che la loro voce si è diffusa sino ai confini della terra, risentiamo anche maggiormente la necessità di pregare, perché non manchino ad essi dei successori per i nostri tempi – non manchino in particolare coloro che nel sacerdozio ministeriale costruiscono la Chiesa con la potenza della Parola di Dio e dei Sacramenti; coloro che nel tuo Nome sono amministratori dell’Eucaristia, dalla quale continuamente cresce la Chiesa, che è tuo Corpo.
“Pastores dabo vobis”!
Ti preghiamo di perdonare tutte le nostre colpe nei confronti di questo santo mistero che è il tuo sacerdozio nella nostra vita. Ti chiediamo di saper collaborare in maniera perseverante a questa “grande messe”, di saper fare tutto il necessario al risveglio e alla maturazione delle vocazioni. Ti chiediamo, soprattutto, di aiutarci a pregare con costanza. Tu stesso hai detto infatti: “Pregate dunque il padrone della messe, che mandi operai nella sua messe” (Mt 9, 38).
Di fronte a questo mondo, che dimostra in diverse maniere la sua indifferenza nei confronti del Regno di Dio, ci accompagni la certezza che Tu, Buon Pastore, hai infuso nei cuori degli Apostoli: “Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33). Questo è – nonostante tutto – lo stesso mondo che il Padre tuo ha tanto amato da donare Te, suo Figlio unigenito (cf. Gv 3, 16).
Madre del Figlio Divino, Madre della Chiesa, Madre di tutti i popoli – prega con noi! Prega per noi!» (Incontro con i Presidenti delle Conferenze Episcopali Europee, 1° dicembre 1992).
Pavia, 18 novembre 2022
+ Corrado vescovo