Sabato 25 giugno, festa dei Santi Patroni Gervasio e Protasio, presso l’omonima basilica pavese si terrà l’evento “La bellezza riscoperta”, che prevede la riapertura della cappella di San Francesco d’Assisi dopo i lavori di restauro. Alle ore 17.30 verrà celebrata dal parroco, don Siro Cobianchi, la Santa Messa solenne ed a seguire si svolgerà la presentazione del restauro della cappella con gli interventi della dottoressa Luisa Erba e della dottoressa Silvia Mantica.
“La prima cappella a destra entrando, dedicata a San Francesco d’Assisi, è stata realizzata nel settecento in occasione dei grandi lavori che hanno interessato la basilica dei Santi Gervasio e Protasio – chiarisce don Cobianchi – Nell’Archivio Storico Civico di Pavia esiste un manoscritto (Ms. III, 19) in cui vengono indicate tutte le radicali trasformazioni subite dalla chiesa tra il 1712 e il 1718”. Da tale documento si deduce la presenza di due piccole cappelle dedicate a San Giorgio e a San Fermo che furono abbattute per crearne una di maggiori dimensioni, dedicata nel settecento ai Diecimila Martiri Crocifissi, per la tela del 1630 qui collocata come pala d’altare. Nel 1874 la tela dei Diecimila martiri venne trasferita nella cappella di fronte dove si trova tuttora, mentre questa cappella conosce una nuova dedicazione a San Francesco d’Assisi. “Proprio durante i recenti restauri nello sguincio del mensolone d’altare, sul lato destro, è stata ritrovata la data dipinta ‘1874’ che fa riferimento alla nuova impostazione decorativa di questa cappella – precisa Susanna Cantù, dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Pavia. -. Fu Mons. Lucido Maria Parocchi, Vescovo di Pavia (1871-1877), a scegliere nella basilica questa cappella come sede della Confraternita di San Francesco, di cui egli era membro. Come pala d’altare venne collocato il pregevole dipinto della Traslazione della Santa Casa di Loreto, un olio su tela di autore ignoto, di epoca compresa tra il XVII-XVIII secolo raffigurante la Santa Casa di Loreto con la Madonna ed il Bambino ed, in basso, alcuni santi in venerazione: San Francesco d’Assisi, Santa Margherita di Antiochia, San Carlo Borromeo e Sant’Antonio abate. Attualmente sulla parete di sinistra, c’è l’affresco ritrovato con San Giorgio e il drago che ricorda l’antica dedicazione. Al di sotto troviamo la tela seicentesca con il Compianto sul Cristo morto. Sul lato destro si può ammirare la tela settecentesca del Crocifisso tra Sant’Antonio abate in abito marrone e San Francesco in saio grigio; sullo sfondo si intravede una città”.
I lavori di restauro sono stati eseguiti da Silvia Mantica e Carlo Brega.