“Oggi più che mai il prete o è uomo di relazioni, che appartiene a un tessuto vivo di rapporti e non s’isola e che sa generare intorno a sé relazioni belle e autentiche, o è destinato a vivere una solitudine triste e un ministero infecondo, pieno di nascosti lamenti e recriminazioni. Non è il tempo di grandi “programmi pastorali”, d’infinite analisi e di organizzazioni sofisticate: condividiamo con la nostra gente l’incertezza di questi giorni, la speranza di poter uscire, nei prossimi mesi, dall’epidemia; immaginiamo che non sarà semplice la ripresa a tutti i livelli, anche nella vita delle nostre comunità. Mettendoci in ascolto di Dio e della realtà, impareremo a rimodulare aspetti e proposte della nostra pastorale, senza la pretesa ingenua di tornare indietro e senza la presunzione di costruire un cammino, azzerando tutto ciò che ci precede”.
E’ uno dei passaggi più significativi dell’Omelia della Santa Messa Crismale del Giovedì Santo in Cattedrale a Pavia, presieduta nella mattinata del 1° aprile dal Vescovo, Mons. Sanguineti. Com’è consuetudine, alla celebrazione, che vuole manifestare l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo, sono invitati tutti i presbiteri della diocesi i quali, dopo l’omelia del vescovo, rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. In particolare, sono stati ricordati S. E. Mons. Paolo Magnani che quest’anno celebra ben 70 anni di sacerdozio, il 50° di sacerdozio di Don Natale Rampoldi, Don Elio Gittani e Don Paolo Mascherpa e il 25° di sacerdozio del canonico Don Giovanni Lodigiani.
Al centro dell’essere sacerdote ci devono essere amore e ascolto. Ha detto il Vescovo Corrado: “Dobbiamo stare attenti a non perdere la giusta priorità di ciò che è essenziale, di ciò che appartiene alla nostra chiamata: il popolo di Dio ci chiede di essere sacerdoti e pastori, non assistenti sociali o manager, e anche quando abbiamo l’impressione, magari per uno sguardo superficiale sulle giovani generazioni o su tanti adulti, che le persone ci chiedano altro o si mostrino interessate ad aspetti secondari – come l’ecologia, certi temi sociali e culturali – non possiamo fare diventare primario ciò che è secondario, smarrendo o diluendo l’annuncio e la proposta della fede cristiana. Si può partire da tutto e tutto può essere abbracciato, considerato, valorizzato nella relazione con chi incontriamo, con chi, magari, non vive un cammino di fede: tuttavia, almeno come desiderio, dovrebbe vibrare in noi la passione perché tutti possano scoprire la bellezza del Vangelo e il fascino di Cristo che ha preso la nostra vita!”
In questa messa, il vescovo consacra gli olii santi: il crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi.
QUI L’OMELIA COMPLETA DEL VESCOVO CORRADO PER LA MESSA CRISMALE DEL GIOVEDI’ SANTO