Nonostante il Covid, è andato tutto bene. E’ una soddisfazione, oggi, poter dire che i campi estivi promossi nelle parrocchie della Diocesi di Pavia sono stati un successo e hanno potuto ospitare in tutto circa 400 persone tra bambini e ragazzi. “Siamo contenti, non è stata sicuramente una passeggiata ma non è stato impossibile come forse si pensava all’inizio – ha commentato don Davide Rustioni, che coordina la Pastorale Giovanile diocesana -. Certo, tanti oratori non sono riusciti ad organizzare i centri ma è normale in queste condizioni”.
Di fatto, le norme anticovid non hanno di certo aiutato, ma per fortuna tutto si è risolto per il meglio: “Avevamo regole precise da rispettare e così è stato fatto nei nostri centri – ha chiarito ancora don Davide -. I genitori sono stati molto solleciti e rigorosi nella consegna della documentazione necessaria e i bimbi, che erano la nostra preoccupazione iniziale, sono stati davvero grandi: puntuali nell’indossare le mascherine, attenti a rispettare le distanze e scrupolosi anche durante i giochi. Il mio grazie, unito a quello di tanti altri sacerdoti, va anche a tutti gli animatori che ci sono stati di grande aiuto: i ragazzi dai 16 anni in su, infatti, sono stati dei validissimi collaboratori, hanno inventato ed organizzato attività e momenti di svago, hanno controllato che tutto si svolgesse nel rispetto delle norme e verificato tempi, numeri e spazi”.
Ogni campo estivo oratoriano, infatti, ha dovuto rispettare regole ben definite: i partecipanti non dovevano superare e 50 unità e bimbi e ragazzi dovevano essere suddivisi in gruppi da 10 componenti con almeno un animatore addetto: in diversi casi i gruppi da dieci unità venivano seguiti da diversi animatori con il risultato virtuoso che spesso i bimbi erano quasi seguiti singolarmente. “Proprio questo elemento ha creato una situazione di rapporto e legame che gli anni scorsi non c’era – ha precisato ancora don Davide -: molti ragazzi hanno potuto lavorare con i bimbi in maniera più precisa stabilendo con loro una relazione e dando continuità al lavoro iniziato. I bambini si sono sentiti seguiti e lo hanno comunicato alle famiglie, che si sono dette davvero soddisfatte di questo risultato. Inoltre, l’unione tra oratori diversi (quelli del centro città, per esempio, sono convogliati tutti al Ss. Salvatore) ha aiutato a creare nuovi rapporti e ha contribuito a generare una maggiore unità: animatori ed educatori hanno lasciato perdere appartenenze e campanilismi per buttarsi in una avventura estiva tutta nuova, con nuovi amici”. In città hanno avviato i centri estivi gli oratori di Santa Maria di Caravaggio e di Santa Maria del Carmine (convogliati nel Ss. Salvatore), l’oratorio dei Salesiani, l’oratorio del Ss. Crocifisso, gli oratori di San Carlo Borromeo e San Pietro Apostolo e quello della parrocchia della Sacra Famiglia; gli ultimi tre, in particolare, dedicati solo agli adolescenti; in particolare, proprio visitando i campi estivi per giovani, il Vescovo ha invitato gli organizzatori a pensare a nuovi momenti di ritrovo e confronto per loro, che siano strutturati e propongano riflessioni e scambi “su misura”.
Tutti i centri estivi diocesani hanno seguito i dettami di “Summerlife”, il progetto ideato e proposto da ODL, Oratori delle Diocesi Lombarde: “Lo scopo principale era quello di aiutare i bimbi ed anche i giovani a tornare ad abitare i luoghi interdetti dal lockdown – ha sottolineato ancora don Davide -. Ma non solo, si è trattato anche di abbinare a quei luoghi una situazione interiore specifica, per restituire un legame tra loro e la città. Gli adolescenti hanno potuto fare gite più strutturate, ma anche per i più piccoli è stato pensato un percorso ad hoc. Insomma, al termine di tutto siamo davvero soddisfatti”. E soddisfatta si è detta pure l’ATS di Pavia, che ha pazientemente visitato ogni centro estivo diocesano riconoscendo l’impegno ma anche la disponibilità di spazi idonei, definiti anche accoglienti. Buona la collaborazione con il comune di Pavia, in particolare con la dottoressa Ivana dello Iacono, che ha supportato gli oratori nella comprensione dei vari DPCM emanati in materia. Prossimamente, ovvero a settembre, la Pastorale Giovanile Diocesana ha già fissato un momento di confronto con il Centro Diocesano Vocazioni e la Pastorale Universitaria per proporre alle singole parrocchie un tempo di riflessione sul concetto di comunità educante attorno ad un interrogativo importante: come sarà l’oratorio del futuro? A tutti il compito di scoprirlo.
(Articolo pubblicato sul settimanale diocesano “il Ticino” di venerdì 31 luglio)