Il primo di giugno la Chiesa di Pavia festeggia le Sacre Spine, custodite in Cattedrale dal 1499. E come ogni anno il Vescovo di Pavia riflette sulle tre “spine” che affliggono la città e la realtà e mai come quest’anno sono estremamente dolorose: La prima “spina” è l’epidemia di Coronavirus che ha causato vittime, lutti intollerabili e e personale medico logorato da giorni al limite della sopportazione; la seconda “spina” è costituita dalle difficoltà economiche che stanno segnando la vita di molte famiglie in questo tempo di lenta ripresa e la terza “spina” tocca il mondo della scuola e dell’educazione, ambito che ha drammaticamente risentito dell’impossibilità di tanti bimbi e ragazzi ad accedere ad una forma di istruzione diffusa solo online.
Tre “spine” dolorose, le cui ferite sono da sanare al più presto anche con l’impegno della Chiesa di Pavia: “Ho voluto in questo ideale messaggio alla città, nella festa delle Sante Spine, indicare a tutti tre ferite profonde che chiedono cura e impegno, da parte di tutti – ha concluso il Vescovo nell’omelia pronunciata durante la Santa Messa di lunedì 1 giugno in Duomo (OMELIA INTEGRALMENTE LEGGIBILE E SCARICABILE QUI) -: la ferita della sofferenza legata all’epidemia, la ferita nel mondo del lavoro e la ferita nel mondo della scuola. Sono spine che vanno a trafiggere il vissuto delle famiglie, e sono proprio le famiglie il segreto della forza e della resilienza di una società, soprattutto nei passaggi di crisi. Come Chiesa di Pavia, collaborando con tutti coloro, soggetti pubblici e privati, che hanno a cuore il bene delle persone e delle famiglie, noi vogliamo esserci, con il desiderio di fare tesoro dell’esperienza di questo tempo, perché davvero tutto non sia come prima, per fare un passo in avanti sulla via della verità, della giustizia e della piena libertà”.