“Ringrazio di cuore il mio superiore generale appena rieletto padre Ferruccio Brambillasca del Pime e sua Eccellenza il Vescovo di Pavia Monsignor Corrado Sanguineti. E il mio pensiero corre in Brasile: questo popolo mi ha veramente amato perché anch’io l’ho amato per primo”. Sono le parole affettuose e grate di Padre Maurilio Basilico, nominato lo scorso maggio dal Vescovo Corrado collaboratore pastorale della parrocchia cittadina del Santissimo Salvatore e membro del Pontificio Istituto missioni estere (PIME) con vent’anni di vita sacerdotale trascorsi tra le popolazioni dell’Amazzonia. “Sono entrato in seminario a ventitre anni e mezzo, dopo cinque anni di lavoro all’hotel Principe di Savoia di Milano e dopo aver svolto regolarmente il servizio militare – ricorda padre Maurilio, originario di Saronno, in provincia di Varese, dove vi nacque nel 1957 -. Ho avuto anche una fidanzata, poi mi sono reso conto che il Signore aveva per me altri disegni. Sono stato ordinato il 13 giugno del 1992 e mi sono subito rivolto al Pontificio Istituto Missioni Estere, fondato da monsignor Angelo Ramazzotti di Pavia con tutti i vescovi lombardi. I miei superiori mi hanno subito destinato al Brasile, così come era stato disposto dal vicario generale d’allora, il pavese padre Giampiero Bruni, fratello di Sandro Bruni. Poche settimane dopo mi sono trasferito a Manahaus, la capitale dell’Amazzonia, dove ho iniziato a gestire una parrocchia di ben centomila abitanti e vi sono rimasto per vent’anni”.
Una vera e propria “missione” che padre Basilico ha portato avanti su più fronti: “Prima di me a gestire la parrocchia, dedicata allo Spirito Santo, non c’erano sacerdoti ma solo le suore di Santa Maria Immacolata, ovvero il ramo femminile del Pime; ogni tanto arrivava qualche sacerdote a celebrare una Santa Messa ma niente di più. A darmi una mano molto importante sono giunte successivamente le sante suore di Madre Teresa di Calcutta che mi hanno aiutato moltissimo anche nella comprensione di valori e situazioni diverse: va detto, infatti, che afferenti alla parrocchia che gestivo c’erano ben sei cappelle e moltissime religioni diverse seguite dagli abitanti della zona. A colpirmi è sempre stata l’estrema povertà che ho trovato in quelle aree, sia dal punto di vista materiale che spirituale e morale: povertà che va sempre guardata con un occhio di misericordia, senza giudicare e puntare il dito. Per questo, ho curato con attenzione la parte spirituale attivando l’Adorazione Eucaristica; per la parte vocazionale sono riuscito a raccogliere negli anni, per grazia di Dio, ben 12 vocazioni con 7 sacerdoti (di cui anche due gemelli, uno sacerdote e l’altro frate, che saranno ordinati alla fine dell’anno) e 5 suore. Tra le tante attività ho anche personalmente curato il lato pastorale con una maggiore attenzione a catechesi e famiglia, battesimo e salute: la famiglia, in particolare, va molto curata e assistita con misericordia perché è fragile e troppo spesso viene messa in crisi dagli stessi componenti che andrebbero sempre accompagnati in un percorso che li conduca al matrimonio con cura affettuosa”.
Vent’anni intensi, quindi, quelli trascorsi da padre Basilico in Amazzonia e conclusi con il suo ritorno a casa: “Sono dovuto rientrare in Italia per questioni di famiglia e di salute – ha detto ancora don Maurilio -. Da sette anni sono presente in Lombardia e al mio ritorno ho operato con la Diocesi di Milano, abitando però sempre a Saronno per essere du supporto alla mia mamma. Poi, lo scorso 29 aprile sono giunto a Pavia: oggi vivo in seminario e sono stato nominato collaboratore pastorale della parrocchia cittadina del Santissimo Salvatore. Sono particolarmente felice di questa nomina e di aver iniziato un nuovo percorso; una parte del mio cuore è rimasta, però in Brasile, dove comunque spero prima o poi di poter tornare”.