Lo Spirito Santo come soffio di vita che prende corpo grazie alla Parola. E’ questo, in estrema sintesi, il centro delle riflessioni della Veglia di Pentecoste, svoltasi in Cattedrale a Pavia nella serata di sabato 8 giugno e curata dalla Consulta dei Laici, presieduta da Maria Pia Musatti Reitani ed il cui assistente spirituale è don Daniele Baldi. Lo schema di quest’anno ha seguito la semplicità e ha privilegiato l’ascolto della parola di Dio grazie al supporto di testi biblici e salmi. A Pentecoste si ricorda e si celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli riuniti insieme nel Cenacolo e la Chiesa, in questa solennità, vede il suo vero atto di nascita d’inizio missionario, considerandola insieme alla Pasqua, la festa più solenne di tutto il calendario cristiano.
“Senza lo Spirito, non generiamo nulla di grande, non possiamo fare nulla, come abbiamo pregato con l’antica sequenza di Pentecoste: «Senza la tua forza / nulla è nell’uomo / nulla senza colpa» – ha detto il Vescovo, monsignor Corrado Sanguineti, durante la Veglia -. Senza lo Spirito, non si realizza un vero ascolto della Parola, e la Parola stessa non penetra nei cuori, non apre nuovi orizzonti, non dischiude cammini di vita: senza lo Spirito, la nostra parola non trasmette la novità e la bellezza del Vangelo, non ferisce né converte. Perciò, occorre riconoscere la nostra radicale povertà, perché siamo chiamati testimoniare e a portare al mondo qualcosa che ci supera e che da soli, non siamo in grado di annunciare e comunicare ai nostri fratelli uomini. Insieme a una vera umiltà del cuore, occorre nutrire una profonda fiducia nello Spirito Santo, senza lasciarci condizionare o scoraggiare dalle difficoltà che incontriamo, dalle misure dei nostri calcoli e previsioni, dalle ‘reti vuote’.
L’omelia della veglia di Pentecoste è disponibile QUI