“La bellezza è Dio stesso e l’arte sacra della chiesa esprime Colui che è la bellezza. Con il termine bellezza intendiamo tutto ciò che è positivo, trasparente e giusto”. Sono le parole di don Siro Cobianchi, da 27 anni direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Pavia, e che lavora in stretta collaborazione con Susanna Cantù, Guido Milanesi e Celestino Vanzini.
“Era il 1992 quando l’Ufficio Beni Culturali fu istituito dalla Cei, (Conferenza Episcopale Italiana) e fu avviato anche nelle nostra diocesi dal Vescovo Giovanni Volta che me ne affidò la responsabilità – ha sottolineato don Siro -. Posso dire di essere cresciuto insieme a questo ufficio, che ha come compito principale quello di essere al servizio del Vescovo e delle parrocchie e quindi di tutti i sacerdoti. Più in particolare, aiutiamo i parroci nell’impostazione delle pratiche dirette alla sovrintendenza, ai vari organi competenti e alla Cei, per eventuali contributi. L’idea di fondo del servizio offerto dall’Ufficio è quella di valorizzare le chiese e gli oggetti sacri in esse contenute che sono un bene culturale ecclesiastico. Infatti, tali beni non trovano la loro identità e il loro significato nel valore artistico che indiscutibilmente posseggono, ma primariamente nel loro essere al servizio del culto e della lode a Dio. Il Vescovo garantisce l’ortodossia della Fede e del culto cristiano e l’Ufficio lavora quotidianamente per questo scopo, ovvero valorizzare quei beni ecclesiastici che esprimono la fede della Chiesa”.
Di particolare importanza sono gli oggetti sacri: “Si tratta di tele, vasi sacri oppure statue di pregio, oggetti liturgici che hanno lo scopo di elevare l’animo del credente alla bellezza di Dio e di lodarlo – ha ribadito sempre don Siro Cobianchi -. Ogni oggetto ha un messaggio da trasmettere attraverso la fede e diventano così espressione della comunità che li ha voluti per la liturgia e per la devozione dei fedeli. Venerdì 24 maggio, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza privata i direttori degli uffici beni culturali di tutte le diocesi italiane, al cui incontro ha partecipato anche il nostro Ufficio.
L’indirizzo del servizio Beni Culturali diocesano – ha concluso don Siro – non è solo tecnico, seppur questo ruolo sia necessario, ma cultuale e culturale al medesimo tempo. Va ricordato anche che all’interno di questo orientamento l’Ufficio è l’unico canale previsto dal codice Urbani del 2004 per i rapporti con la Soprintendenza e con la Cei”.
I fondi della Chiesa Cattolica a sostegno dei beni culturali conservati nelle chiese pavesi
Le chiese della Diocesi di Pavia, spesso oggetto di visite turistiche, sono innanzi tutto simbolo della bellezza, ispirazione che ha come fondamento Dio stesso. Nell’anno 2018 i fondi dell’8xmille hanno sostenuto, come è consuetudine, il restauro e la conservazione sia delle opere d’arte che delle chiese stesse, oggetti di usura a causa dello scorrere del tempo. In totale, i fondi giunti dalla Cei ammontano ad euro 27.994,26 e sono stati destinati in particolare al Museo Diocesano, all’Archivio storico Diocesano e alla Biblioteca del Seminario Vescovile. Un sostegno è stato chiesto anche per la chiesa di San Teodoro a Pavia (restauro e consolidamento statico) e la domanda di contributo è stata accolta dalla Cei. In questi anni nei quali l’ufficio è operativo la CEI ha dato alla nostra diocesi un contributo di 7 milioni e cinquecentomila euro, interamente versati alle parrocchie.In questi anni nei quali l’ufficio è operativo la CEI ha dato alla nostra diocesi un contributo di 7 milioni e cinquecentomila euro, interamente versati alle parrocchie.