Domenica 26 maggio, saremo chiamati a esprimere il nostro voto per il Parlamento europeo e per l’amministrazione di diversi Comuni del nostro territorio, compreso il Comune di Pavia, capoluogo della stessa provincia. Come Vescovo della città e della Diocesi di Pavia, mi sento di poter offrire alcune indicazioni, come contributo alla riflessione e alla vita civile della nostra comunità: sono
indicazioni proposte alla libera e matura valutazione delle persone, credenti e non credenti, indicazioni che vorrebbero tuttavia muoversi sulla linea del Magistero della Chiesa in campo sociale.
Il primo invito che desidero rivolgere a tutti è quello di partecipare alle elezioni, offrendo il proprio contributo con il voto a livello europeo e locale: purtroppo ci sono segni di scetticismo e di disaffezione al voto, che esprimono disincanto e delusione. Nonostante non manchino motivi di perplessità di fronte a certa “politica”, resta essenziale non rinunciare all’esercizio del voto, pur consapevoli dei limiti della politica in quanto tale: sarebbe illusorio attendersi dall’attività politica, sia in sede europea, che in sede di amministrazione comunale, la risoluzione di ogni problema. È sempre rischioso e ideologico affidare alla politica il futuro dell’uomo, e non bisogna mai perdere di vista il valore reale di moltissime attività che nascono dal basso, nella concreta interazione dei corpi sociali (famiglie, mondo del volontariato, iniziative del privato sociale profit e non profit, associazioni e aggregazioni culturali di differente ispirazione, iniziative di carità, di assistenza, di condivisione di vari bisogni). Attività che una buona politica tende a valorizzare e sostenere, in una sana logica d’integrazione tra servizio pubblico ed espressioni della libera iniziativa di persone e gruppi, che agiscono nel rispetto della collettività e del bene comune.
“Scegliere persone affidabili e competenti per il Comune di Pavia”
Una seconda riflessione riguarda la scelta dei rappresentanti nell’Amministrazione locale, con particolare attenzione al Comune capoluogo di Pavia: è importante scegliere persone affidabili e competenti, che possano davvero svolgere un servizio al bene del territorio e della città. Inoltre, per Pavia, la Diocesi, attraverso la Scuola di cittadinanza e partecipazione, ha promosso una riflessione
su che tipo di città vogliamo costruire per i prossimi anni, mettendo in rilievo tre aspetti caratteristici che rappresentano potenzialità da sviluppare, anche per produrre posti di lavoro meno precari e più qualificati: il mondo della salute e della sanità, il mondo della formazione culturale e professionale, il mondo del turismo culturale.
Ovviamente non spetta a me, come Vescovo, indicare liste o persone. Posso però offrire alcuni criteri, accettando un dato di fatto: nelle liste per le elezioni amministrative ed europee vi sono candidati con posizioni diverse anche su temi molto delicati, come quelli relativi all’idea di persona e di famiglia, alla visione della vita dalla nascita alla morte, alla politica verso i migranti, al rapporto tra le diversi componenti della società. In definitiva, possiamo esprimere il nostro orientamento scegliendo persone conosciute – cosa più semplice nelle elezioni amministrative rispetto a quelle europee – e il più possibile vicine alle convinzioni che ci animano.
“I criteri importanti nella scelta del voto”
Come pastore della comunità cristiana pavese, partecipe della vita della nostra città, del nostro territorio, dell’Italia e dell’Europa, mi permetto di esprimere i criteri che ritengo importanti nella scelta del voto, locale ed europeo, con riferimento ai beni essenziali che dovrebbero essere promossi e tutelati nell’azione politica e amministrativa. La loro “numerazione” non intende rappresentare una sorta di gerarchia interna: per sé, sono tutti tra loro connessi.
1. La difesa della vita in ogni momento del suo svolgimento, con la promozione di una politica di aiuto alle famiglie e alla natalità, che nella provincia di Pavia conosce numeri molto bassi, ai consultori e alle associazioni che sostengono il diritto alla vita.
2. Il diritto al lavoro, con l’impegno contro la disoccupazione e il lavoro precario, da promuovere anche attraverso il sostegno alle imprese, soprattutto a quelle piccole e medie, che rappresentano una ricchezza tipica del sistema italiano.
3. Lo sviluppo di una politica europea per i migranti, che veda un impegno concorde di ogni Paese dell’Unione, con l’impegno a favorire uno sguardo accogliente e non diffidente verso gli stranieri: accoglienza e integrazione dovrebbero andare insieme, perché senza integrazione non vi è vera accoglienza, e vengono a mancare le prospettive per il futuro, favorendo all’opposto situazioni di possibile violenza e criminalità, o situazioni di sfruttamento lavorativo dei migranti.
4. Il diritto allo studio, con il sostegno ai ragazzi più disagiati e a quelli meritevoli, con la lotta contro la dispersione scolastica che colpisce anche il nostro territorio, insieme a una politica di sostegno alle scuole paritarie, riconoscendo il ruolo pubblico da esse svolto.
5. Il sostegno a chi desidera costruire una famiglia: nel rispetto delle persone e dell’affettività di ciascuno, va riconosciuta l’importanza della famiglia formata dall’incontro stabile fra l’uomo e la donna, cellula fondamentale della società civile, luogo naturale della
trasmissione della vita e dell’educazione dei figli.
6. La cura degli anziani, spesso soli o malati, bisognosi di vicinanza e di dignitosa assistenza, che vanno accolti e stimati come persone ricche di memorie e di storia, e che sono spesso una presenza educativa indispensabile verso i nipoti e i più piccoli: occorre aiutare le
famiglie a custodire in casa i loro genitori e nonni, e qualora sia indispensabile il loro ricovero, occorre assicurare case di accoglienza e di cura e monitorare il loro servizio.
7. L’attenzione a coloro che si trovano in una situazione finale della vita, valorizzando gli “hospice” e i luoghi delle cure palliative: di fronte a chi promuove una cultura dell’eutanasia, a chi manifesta posizione ambigue sul tema delicato del “fine-vita”, sappiamo scegliere chi esprime una chiara coscienza anti-eutanasica.
8. L’attenzione alle fasce deboli della popolazione, per non lasciare nessuno ai margini, con particolare attenzione ai bisogni primari delle persone, che sono la casa e il lavoro, insieme a una sensibilità verso le forme antiche e nuove di povertà.
9. La promozione di un’autentica politica culturale nella nostra città, con la cura della sua bellezza e del suo decoro urbano, con lo sviluppo di politiche per i giovani, l’adeguata valorizzazione della nostra università e l’impegno per l’accoglienza degli studenti.
10. La salvaguardia della natura e dell’ambiente, con lo sviluppo di energie nuove e rinnovabili, con l’impegno per lo smaltimento dei rifiuti e l’aiuto al crescere di una sana ecologia e di forme di economia circolare.
11. Lo sviluppo di una politica europeista, che possa migliorare e consolidare l’Unione Europea, respingendo tentazioni di chiusura e di nuovi sovranismi e nazionalismi, e nello stesso tempo promuova un’Europa dei popoli e delle culture, come mosaico d’identità differenti che sanno arricchirsi a vicenda, ritrovando lo spirito autentico dei “padri fondatori” dell’Europa unita.
“Non assumiamo toni ideologici o di vicendevole ‘scomunica’ “
Qualcuno potrebbe dire: ma non c’è nessuna forza politica che rappresenti ed esprima tutti questi orientamenti di fondo! In effetti è vero, e sta a ciascuno di noi valutare e formulare un giudizio e una scelta, che sia la meno lontana possibile dall’orizzonte ampio che ho indicato. Probabilmente sarà difficile trovare candidati in sede locale e/o europea che riflettano tutti questi valori. Siamo
così avvertiti, da una parte, dell’imperfezione della politica e dei suoi rappresentanti, e dall’altra rimandati alla nostra responsabilità di riconoscere e di scegliere le liste e le persone che più si avvicinano a ciò che desideriamo tutelare e promuovere per il bene di tutti, partendo da realtà positive e costruttive già in atto in Europa, in Italia, nella nostra provincia e città di Pavia.
Un’ultima osservazione: proprio perché la politica rappresenta un’attività imperfetta, e il campo di processi dove soggetti differenti sono chiamati a praticare dialogo e mediazioni – il cardinale Joseph Ratzinger ebbe a definire la politica come “arte del compromesso” in senso alto e nobile – non assumiamo toni ideologici o di vicendevole “scomunica”, diffidiamo di chi si presenta come “salvatore del popolo”, e non tiriamo in ballo, con poco rispetto, segni religiosi, “Madonne e Santi”. Dio, la fede cristiana e i suoi segni sono realtà che non possono essere strumentalizzate da una parte, né vilipese o derise da altri: sono oltre la politica, perché hanno a che fare con il destino ultimo dell’uomo e della storia.