“Se l’Europa si chiude in se stessa e cerca solo di difendersi, sulla base di chissà quali radici, allora la sua fine sarà segnata. L’Europa non può ridursi a un cantone svizzero. Un’Europa sulla difensiva, contraddice la sua essenza”. E’ questa la conclusione alla quale è giunto il filosofo Massimo Cacciari, intervenendo la sera di martedì 26 febbraio in un’affollatissima Aula Magna dell’Università di Pavia all’incontro sul tema “Europa o Cristianità”. Si è trattato del primo dei due appuntamenti organizzati dal Servizio di Pastorale universitaria della Diocesi di Pavia, coordinata da don Riccardo Santagostino Baldi: il prossimo è in calendario venerdì 22 marzo, sempre in Aula Magna, con l’intervento della filosofa Roberta de Monticelli su “La brezza o la radice? Fenomenologia dell’esperienza spirituale”. In apertura di serata, dopo i saluti del professor Giampaolo Azzoni dell’Ateneo di Pavia, il Vescovo Corrado Sanguineti ha spiegato il significato di questi incontri: “Da quest’anno la Pastorale universitaria vuole instaurare un rapporto stabile, e ad alto livello, con il nostro Ateneo – ha sottolineato Mons. Corrado -: un dialogo proficuo dal quale possano emergere spunti interessanti. Con questo primo confronto con il professor Cacciari, vogliamo cercare di capire se l’Europa può ancora dirsi abitata da un’anima cristiana. Il cristianesimo ha ancora un ruolo in Europa, oppure deve spostare il baricentro della sua presenza in altre parti del mondo? Personalmente rimango convinto che l’Europa rimanga un luogo fondamentale per l’azione della Chiesa, anche se nel nostro continente il cristianesimo è oggi in una posizione minoritaria”.
Massimo Cacciari, dialogando con Filippo Moretti, ha rivisitato, in chiave storica e filosofica, il rapporto tra verità della fede e verità della ragione che “spesso è stato un fattore di contraddizione in Europa”.
A.Re.
Sul numero del settimanale diocesano Il Ticino in uscita il 1° marzo, ampio spazio di approfondimento dedicato al convegno con Massimo Cacciari.
