La Cattedrale di Pavia gremita in ogni ordine di posti e un’emozione palpabile tra tutti i presenti. E le parole del vescovo Giovanni Giudici che hanno accompagnato il cammino degli ordinandi e che hanno richiamato fiducia e fedeltà nel disegno di Dio. Sabato 26 settembre Gabriele Maini e Marco Labate sono diventati diaconi e Davide Taccani e Giovanni Iacono presbiteri diocesani (nella foto di Davide Barbieri
sono con il vescovo Giovanni Giudici e con don Andrea Migliavacca, rettore del Seminario, e sotto nel momento dell’imposizione delle mani, ndr).
Un momento alto e importante per tutta la comunità diocesana, sottolineato anche da monsignor Giudici durante la sua omelia, nella quale più volte sono tornati i concetti di famiglia, amore, verità e giustizia: “È il sostegno delle vostre famiglie e la vicinanza dei vostri
cari che fa proseguire il cammino che state compiendo perché ogni amore sincero è fecondo e porta frutto.
L’importanza della vostra presenza nella comunità cristiana è data dal fatto che le persone ricevono da voi quotidianamente il Signore: tramite i presbiteri e i diaconi il popolo di Dio sa di poter ricevere il nutrimento dello spirito.
La vostra presenza rende concreta la venuta del Messia che ci fa sperare ogni giorno nella vittoria del bene sul male”.
Il vescovo Giudici non ha dimenticato di ricordare agli ordinati quali sono le prospettive reali della loro missione tra la gente: “Come Simon Pietro è stato scelto nonostante i suoi piccoli limiti di fede, così voi potrete fortificarvi attraverso il vostro legame personale con Gesù, che conosce le debolezze di ognuno.
La chiave in questo caso è la fiducia nella misericordia del Signore e nell’umiltà con cui dobbiamo rivolgerci a lui. Consapevoli di essere inadeguati impariamo a credere nelle nostre capacità accettando la visione di Dio”. Forte il richiamo di monsignor Giudici alla semplicità di Papa Francesco: “Seguendo l’esempio del nostro Pontefice, siate lontani dalla tentazione di primeggiare e fatevi guidare dall’amore,
dalla verità, dalla giustizia, dall’umiltà e da una condotta di vita semplice”.
E la presenza di tante persone in Duomo ha toccato il cuore anche a don Giovanni Iacono e a Marco Labate: “Ci siamo sentiti abbracciati dalla nostra comunità e questo è molto importante per noi! – hanno sottolineato entrambi dopo l’ordinazione -. C’erano tanti sacerdoti che ci hanno accompagnato e che hanno pregato per noi e poi ci ha anche colpito la presenza in Cattedrale di tanti giovani e questo è davvero un
conforto e nel nostro piccolo anche una soddisfazione!”.
E per Gabriele Maini, Davide Taccani, Marco Labate e Giovanni Iacono un cammino di fede che prosegue anche attraverso questa nuova tappa, più vicini alla gente e al volere di Dio.
Simona Rapparelli
sono con il vescovo Giovanni Giudici e con don Andrea Migliavacca, rettore del Seminario, e sotto nel momento dell’imposizione delle mani, ndr).
Un momento alto e importante per tutta la comunità diocesana, sottolineato anche da monsignor Giudici durante la sua omelia, nella quale più volte sono tornati i concetti di famiglia, amore, verità e giustizia: “È il sostegno delle vostre famiglie e la vicinanza dei vostri
cari che fa proseguire il cammino che state compiendo perché ogni amore sincero è fecondo e porta frutto.
L’importanza della vostra presenza nella comunità cristiana è data dal fatto che le persone ricevono da voi quotidianamente il Signore: tramite i presbiteri e i diaconi il popolo di Dio sa di poter ricevere il nutrimento dello spirito.
La vostra presenza rende concreta la venuta del Messia che ci fa sperare ogni giorno nella vittoria del bene sul male”.
Il vescovo Giudici non ha dimenticato di ricordare agli ordinati quali sono le prospettive reali della loro missione tra la gente: “Come Simon Pietro è stato scelto nonostante i suoi piccoli limiti di fede, così voi potrete fortificarvi attraverso il vostro legame personale con Gesù, che conosce le debolezze di ognuno.
La chiave in questo caso è la fiducia nella misericordia del Signore e nell’umiltà con cui dobbiamo rivolgerci a lui. Consapevoli di essere inadeguati impariamo a credere nelle nostre capacità accettando la visione di Dio”. Forte il richiamo di monsignor Giudici alla semplicità di Papa Francesco: “Seguendo l’esempio del nostro Pontefice, siate lontani dalla tentazione di primeggiare e fatevi guidare dall’amore,
dalla verità, dalla giustizia, dall’umiltà e da una condotta di vita semplice”.
E la presenza di tante persone in Duomo ha toccato il cuore anche a don Giovanni Iacono e a Marco Labate: “Ci siamo sentiti abbracciati dalla nostra comunità e questo è molto importante per noi! – hanno sottolineato entrambi dopo l’ordinazione -. C’erano tanti sacerdoti che ci hanno accompagnato e che hanno pregato per noi e poi ci ha anche colpito la presenza in Cattedrale di tanti giovani e questo è davvero un
conforto e nel nostro piccolo anche una soddisfazione!”.
E per Gabriele Maini, Davide Taccani, Marco Labate e Giovanni Iacono un cammino di fede che prosegue anche attraverso questa nuova tappa, più vicini alla gente e al volere di Dio.
Simona Rapparelli