Nella giornata di sabato 14 dicembre si terranno le celebrazioni per ordinazione diaconale di Angelo Curti e Emilio Malinverni. Lunedì 16 dicembre toccherà, invece, a Umberto Rusconi con la cerimonia di ammissione agli ordini sacri.
“Mai avrei pensato di diventare prete. Io sto vivendo un momento bellissimo ed è proprio vero che il Signore fa nuove tutte le cose. Per me è un ridare senso alla vita. Vengo dal mondo del lavoro, ho lavorato per quaranta anni a quella che oggi si chiama A2A. Sono sempre stata un’anima inquieta. Arrivato alla pensione, se faccio un bilancio il momento brutto per eccellenza è stata la morte di mia moglie di cui il giorno di san siro era l’anniversario. Mia moglie è mancata nel 2008, dopo un anno di malattia. Ma se ripenso, sembrerà paradossale, quel ultimo anno è stato il più bello passato con lei. Quando poi ho capito che cosa volevo fare, io stesso mi sono chiesto come fosse possibile intraprendere un percorso vocazionale che poteva portare al sacerdozio a quella età. Sono entrato in eminario e cammin facendo con l’aiuto di don Andrea e don Giampietro, sin me è maturata questa scelta. E posso dire di stare vivendo un momento bellissimo. Ho capito che bisogna sempre dare un senso alla vita e che conoscere Gesù, sempre, cercandolo ogni giorno è davvero un’esperienza magnifica. Va conosciuto sempre e tutti i giorni. Ora siamo in Avvento, tempo di attesa di Gesù che viene tutti i giorni perché la fede va sempre coltivata e costruita”
La fede è come l’amore, va accompagnata da gesti e fatti concreti per mettersi in gioco tutti i giorni. Sono entrto in quesdta ottica e in questo momento straordinario in cui riesco a ridare senso alla vita. Non sono più giovane, ma fosse anche per un giorno, io sono qui per servirlo. Non so cosa riuscirò a fare, ma una cosa la so: ce la metterò tutta per essere nella vigna del Signore”.Emilio Malinverni: “E? un momento di attesa e di grande gioia. QUestpo è lo stato d’animo. Per quanto riguarda la scelta a monte è una scelta maturata ormai tanto tempo fa, che non ha mai avuto occasione di realizzarsi, un po’ per la malattia dei mieigenitori, un po’ per altre situazioni contingenti. Una volta però venuti a mancare i miei, una voltas sstemata la mia posizione lavarativa, sono tornato all’antica vocazione e chiamata e quindi ho detto al Vescovo che mi sarei messo a disposizione della nostra DIocesi”. Percoso: “Direi che è sato abbastanza facile. L’idea del sacerdozizo non mi ha mai abbandonato. Ho sempre visto le cose in una logica celibataria e direi che tutto sommato il Signore è stato buono con me”.” Ringrazio tanti sacerdoti, alcuni scomparsi come don Bruno Mascherpa, e poi tanti che mi sonos tati vicini come il mio parroco don Roberto Romani, il rettore del Seminario don Andrea Migliavacca e il vicario generale e il Vescovo che mi ha sempre accolto con estrema cortesia e comprensione. ”
Umberto Rusconi, originario di Sant’Angelo Lodigiano, parrocchia di esperienza Santa Maria del Carmine, spiega le ragioni della sua scelta: “Il tutto è nato da una domanda. A un certo punto mi sono chiesto che cosa fare della mia vita. La risposta che mi sono dato è seguire il Maestro Gesù Cristo. Alla fine è stato questo, quasi una scelta semplice che poi così semplice non è.. I ragionamenti sono abbastanza semplici perché a me ha sempre colpito. Dalle altre parti non tri altre cose significative. Poi nei fatti in verità sono processi graduali che uno matura piano piano infatti non sono entrato giovanissimo in Seminario, ma a 26, dopo un percorso universitario già completato e un’esperienza lavorativa”. Indaghiamo sulla vita prima della maturazione della vocazione: “Prima di entrare in seminario lavoravo e ho fatto l’Università a Pavia. Ho conseguito prima la triennale in Scienze Politiche e, poi, la specialistica in Economia. Lavoravo come transport manager, in un’azienda di trasporti”. È stata una scelta difficile? “Quando ho preso la scelta di provarci è stata un momento che ricordo come sereno, però preparata da tanti anni in cui pensavo a cosa fare. Anzi, approfitto per ricordare durante questo periodo la vicinanza don Ernesto Maggi. Poi, anche durante il cammino di seminario, un grazie sentito va anche a don Giancarlo Codiglioni. Poi sicuramente a tutti i superiori, ma le due persone più significative per la mia vocazione sicuramente don Ernesto e don Giancarlo”. “Se guardo al futuro vorrei continuare la mia istruzione e il mio cammino di seminario. Poi, completare il discernimento e mettermi a servizio della Chiesa, della comunità, degli altri e del prossimo”.
“Mai avrei pensato di diventare prete. Io sto vivendo un momento bellissimo ed è proprio vero che il Signore fa nuove tutte le cose. Per me è un ridare senso alla vita. Vengo dal mondo del lavoro, ho lavorato per quaranta anni a quella che oggi si chiama A2A. Sono sempre stata un’anima inquieta. Arrivato alla pensione, se faccio un bilancio il momento brutto per eccellenza è stata la morte di mia moglie di cui il giorno di san siro era l’anniversario. Mia moglie è mancata nel 2008, dopo un anno di malattia. Ma se ripenso, sembrerà paradossale, quel ultimo anno è stato il più bello passato con lei. Quando poi ho capito che cosa volevo fare, io stesso mi sono chiesto come fosse possibile intraprendere un percorso vocazionale che poteva portare al sacerdozio a quella età. Sono entrato in eminario e cammin facendo con l’aiuto di don Andrea e don Giampietro, sin me è maturata questa scelta. E posso dire di stare vivendo un momento bellissimo. Ho capito che bisogna sempre dare un senso alla vita e che conoscere Gesù, sempre, cercandolo ogni giorno è davvero un’esperienza magnifica. Va conosciuto sempre e tutti i giorni. Ora siamo in Avvento, tempo di attesa di Gesù che viene tutti i giorni perché la fede va sempre coltivata e costruita”
La fede è come l’amore, va accompagnata da gesti e fatti concreti per mettersi in gioco tutti i giorni. Sono entrto in quesdta ottica e in questo momento straordinario in cui riesco a ridare senso alla vita. Non sono più giovane, ma fosse anche per un giorno, io sono qui per servirlo. Non so cosa riuscirò a fare, ma una cosa la so: ce la metterò tutta per essere nella vigna del Signore”.Emilio Malinverni: “E? un momento di attesa e di grande gioia. QUestpo è lo stato d’animo. Per quanto riguarda la scelta a monte è una scelta maturata ormai tanto tempo fa, che non ha mai avuto occasione di realizzarsi, un po’ per la malattia dei mieigenitori, un po’ per altre situazioni contingenti. Una volta però venuti a mancare i miei, una voltas sstemata la mia posizione lavarativa, sono tornato all’antica vocazione e chiamata e quindi ho detto al Vescovo che mi sarei messo a disposizione della nostra DIocesi”. Percoso: “Direi che è sato abbastanza facile. L’idea del sacerdozizo non mi ha mai abbandonato. Ho sempre visto le cose in una logica celibataria e direi che tutto sommato il Signore è stato buono con me”.” Ringrazio tanti sacerdoti, alcuni scomparsi come don Bruno Mascherpa, e poi tanti che mi sonos tati vicini come il mio parroco don Roberto Romani, il rettore del Seminario don Andrea Migliavacca e il vicario generale e il Vescovo che mi ha sempre accolto con estrema cortesia e comprensione. ”
Umberto Rusconi, originario di Sant’Angelo Lodigiano, parrocchia di esperienza Santa Maria del Carmine, spiega le ragioni della sua scelta: “Il tutto è nato da una domanda. A un certo punto mi sono chiesto che cosa fare della mia vita. La risposta che mi sono dato è seguire il Maestro Gesù Cristo. Alla fine è stato questo, quasi una scelta semplice che poi così semplice non è.. I ragionamenti sono abbastanza semplici perché a me ha sempre colpito. Dalle altre parti non tri altre cose significative. Poi nei fatti in verità sono processi graduali che uno matura piano piano infatti non sono entrato giovanissimo in Seminario, ma a 26, dopo un percorso universitario già completato e un’esperienza lavorativa”. Indaghiamo sulla vita prima della maturazione della vocazione: “Prima di entrare in seminario lavoravo e ho fatto l’Università a Pavia. Ho conseguito prima la triennale in Scienze Politiche e, poi, la specialistica in Economia. Lavoravo come transport manager, in un’azienda di trasporti”. È stata una scelta difficile? “Quando ho preso la scelta di provarci è stata un momento che ricordo come sereno, però preparata da tanti anni in cui pensavo a cosa fare. Anzi, approfitto per ricordare durante questo periodo la vicinanza don Ernesto Maggi. Poi, anche durante il cammino di seminario, un grazie sentito va anche a don Giancarlo Codiglioni. Poi sicuramente a tutti i superiori, ma le due persone più significative per la mia vocazione sicuramente don Ernesto e don Giancarlo”. “Se guardo al futuro vorrei continuare la mia istruzione e il mio cammino di seminario. Poi, completare il discernimento e mettermi a servizio della Chiesa, della comunità, degli altri e del prossimo”.
Elia Belli