La devozione alla Corona di Spine di Gesù ci ricorda ogni anno la sofferenza del Signore, e ci chiama a rinnovare la nostra preghiera e la nostra cura per sottrarre la persona umana al male che la segna. Nella attuale crisi economica, noi credenti siamo chiamati ad aprire gli occhi e a prendere posizione contro i danni umani e sociali, così come la fede e l’amore ce ne rendono capaci.
L’operosità dell’uomo sta a cuore a Gesù: leggiamo la parabola degli operai chiamati al lavoro nella vigna (Mt 20), e troviamo la ferma volontà del padrone di riuscire a mandare a lavorare il numero più alto di persone, chiamandole anche alla cosiddetta ultima ora. Nella parabola del ricco e del povero Lazzaro (Lc 16), Gesù fa notare che non si può accettare che vi siano degli emarginati alla porta di casa, e che le ricchezze vanno usate per sanare povertà e miserie. Queste due pagine del Vangelo ci dicono che uno sguardo attento alla società fa decidere che i beni e le attività economiche debbono essere messe al servizio dell’uomo.
Naturalmente queste affermazioni, vere e fondanti la società per i credenti in Cristo, necessitano, per tradursi in vita concreta, di una mediazione nelle scelte politiche ed economiche. E in questo cammino siamo chiamati a far strada contando sull’apporto culturale del maggior numero di tradizioni etiche, filosofiche e religiose.
Ma perché questo avvenga, va ricordato come la persona umana deve essere la bussola orientativa per riflettere sul futuro, e proporre un cambiamento dei rapporti tra noi che attui lo sviluppo della società e una più equa distribuzione dei beni: “solo con la carità, illuminata dalla luce della ragione e della fede, è possibile conseguire obiettivi di sviluppo dotati di una valenza umana e umanizzante”, ci ricorda Papa Benedetto nella Caritas in Veritate. (n. 9)
L’umanizzazione comporta il rendere ogni persona non solo responsabile del proprio destino, ma anche pienamente artefice della riuscita o del fallimento della propria esistenza, coltivando, promuovendo e suscitando capacità che rispondono alle caratteristiche di ciascuno. E con questo si allude alla cura per la scuola e allo sviluppo della cultura. Ma non c’è dubbio che una delle strade maestre per consentire a tutti di esercitare la propria libertà, è la possibilità offerta a ciascuno di un lavoro degno.
Solo la propria attività lavorativa è in grado di rendere l’uomo a sua volta creatore, di crescere in libertà e creatività, favorendo non solo la conservazione ma anche lo sviluppo del capitale umano e del capitale sociale. Per questo l’accesso al lavoro per tutti è un obiettivo assolutamente prioritario; ogni uomo deve essere in grado di contribuire con il suo lavoro e le sue capacità intellettuali al bene della società. E non possiamo fermarci al breve orizzonte della nostra Europa; come hanno tragicamente dimostrato gli orrori della strage di operai e operaie in India, in una fabbrica per marchi di moda occidentali, occorre guardare alle nuove generazioni, soprattutto nei Paesi poveri. I giovani, nostri o di altri Paesi, chiedono di avere parte attiva, che loro spetta, nella costruzione del futuro del mondo.
Abbiamo celebrato la Pasqua; pregheremo sulla verità della Pentecoste: è Dio Spirito che spinge ad assumere il modello della Trinità, vita rivelataci da Gesù. Non dimentichiamo che la nostra esistenza di battezzati ci ha dedicati alla Trinità, e questo fatto, misterioso e reale, ci spinge e ci dà la forza nel vivere un amore che si dona, e nel dare concretezza alla fraternità come dono di sé. Ci domandiamo nella preghiera e poi nella riflessione come ” il principio di gratuità e la logica del dono, come espressione della fraternità, possono e devono trovare posto entro la normale attività economica” (Caritas in Veritate, n. 36), e nella vita quotidiana di ciascuno di noi.
Sia questo l’appello che la Passione del Signore lascia come stimolo e come speranza nella nostra vita personale e sociale, per alleviare insieme, come ci è possibile, la sofferenza dei fratelli e delle sorelle nostre.
Mons. Giovanni Giudici
(vescovo di Pavia)