“Pace oggi è anche dare lavoro. Amici, il lavoro c’è! Basta dividerlo con gli altri! Non è possibile che il 40 per cento dei giovani sia disoccupato. Lavoriamo di meno e guadagniamo di meno: ma così, almeno, lavoreremo tutti”. A lanciare l’appello è stato Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani), intervenuto la sera di mercoledì 8 maggio nella chiesa del Carmine a Pavia all’evento conclusivo della Preghiera vocazionale diocesana. Olivero ha risposto a diverse domande che gli sono state poste nel corso dell’incontro, soffermandosi anche sul suo concetto di pace. “Pace è vivere in armonia con la natura. Pace è vivere il Padre Nostro che ci invita, ogni giorno, a comportarci con amore verso gli altri. L’amore è dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi, dare voce alla nostra coscienza”.
Olivero, che in apertura di incontro ha rivolto un saluto speciale a don Enzo Boschetti e a Padre Costantino Ruggeri, ha spiegato ai tanti giovani presenti in Carmine che “la vocazione si scopre camminando: solo camminando ininterrottamente si arriva a percepire la propria strada. Molte persone, di fronte al primo ostacolo che incontrano, corrono il rischio di fermarsi per tutta la vita. E nella nostra esistenza l’importante è amare, non essere amati”. Prendendo spunto dal titolo di un suo libro, “Per una Chiesa scalza”, Olivero ha spiegato che “se noi impariamo ad essere scalzi, possiamo anche chiedere alla politica di essere scalza. Ascoltare la voce della coscienza significa far rinascere i sogni dei giovani, non imbrogliare gli altri, pagare le tasse, far politica come servizio per il bene comune”.
Olivero, che in apertura di incontro ha rivolto un saluto speciale a don Enzo Boschetti e a Padre Costantino Ruggeri, ha spiegato ai tanti giovani presenti in Carmine che “la vocazione si scopre camminando: solo camminando ininterrottamente si arriva a percepire la propria strada. Molte persone, di fronte al primo ostacolo che incontrano, corrono il rischio di fermarsi per tutta la vita. E nella nostra esistenza l’importante è amare, non essere amati”. Prendendo spunto dal titolo di un suo libro, “Per una Chiesa scalza”, Olivero ha spiegato che “se noi impariamo ad essere scalzi, possiamo anche chiedere alla politica di essere scalza. Ascoltare la voce della coscienza significa far rinascere i sogni dei giovani, non imbrogliare gli altri, pagare le tasse, far politica come servizio per il bene comune”.
A.Re.