A proposito delle dimissioni di Papa Benedetto XVI si ascoltano oggi molte riflessioni. Desidero dare il mio contributo al dibattito che si è aperto in proposito.
Si tratta di un gesto che fa parte della vocazione e del dono spirituale del successore di Pietro. Ha dunque tutta l’autenticità che noi riconosciamo per fede al magistero del Pontefice.
Ammiro questa decisione del Papa per vari motivi: vedo in essa il segno di una lettura credente della storia, che in questo caso rileva, tra i segni dei tempi, la constatazione della complessità del compito rispetto alle forze che la persona riconosce a sé stesso. Viene poi in evidenza l’umile condivisione, da parte del Papa, della condizione comune degli uomini, e il coraggio umano di riconoscere che vi sono diverse stagioni nella vita di ogni persona; vi è il tempo dell’energia creativa, e il tempo della diminuzione delle forze. Ogni stagione dell’uomo è luogo di incontro con Dio. Mi appare la testimonianza di un credente che davvero si sente “umile operaio della vigna del Signore” e stando ai vertici della Chiesa, avverte la responsabilità di un servizio competente ed efficace al Popolo di Dio. Il servizio alla comunità cristiana è impegno a cui dedicare tutto se stesso, nell’energia della giovinezza e della maturità, come nella preghiera e nella sofferenza.
Leggo nel gesto delle dimissioni del Papa la sua fiducia in Dio e nella Chiesa, e ne traggo la consolante persuasione che ciò che conta nella Chiesa, ben al di là delle persone, compresa la persona del Papa pro tempore, è lo Spirito del Signore che ci guida e ci sostiene.
Preghiamo e facciamo pregare per Benedetto XVI, per la vita della Chiesa che con questa scelta acquista maggiore somiglianza con la Chiesa del Vaticano II, perché pone in luce l’aspetto comunionale e la collegialità episcopale. E preghiamo perché noi tutti possiamo essere all’altezza della conversione che il gesto del Papa propone oggi a tutta la comunità cattolica. Con l’augurio cordiale di un tempo quaresimale fecondo di frutti di penitenza,
+ Giovanni Giudici
Vescovo di Pavia