Si celebra in questo fine settimana la 34esima “Giornata Nazionale per la vita”. Sul settimanale “il Ticino”, che potete trovare in tutte le parrocchie e nelle edicole della Diocesi di Pavia, vengono raccontate due storie significative legate a questa ricorrenza: “Un figlio “contro tutti”:
una madre coraggiosa aiutata dal Consultorio parla della sua esperienza; “La “rinascita” di Giuseppe”, dopo l’incidente stradale nel 2010 e la lotta in Rianimazione ecco la ripresa per questo ragazzo aiutato dai suoi cari. “Il Ticino” ospita anche l’intervista a Rachele Lunghi, vice-presidente del Consultorio familiare di Pavia.
L’editoriale di prima pagina, dal titolo “La vita è sacra”, è firmato da don Antonio Vitali (responsabile della Casa dell’Accoglienza di Belgioioso).
Eccone il testo integrale:
La vita è sacra
Ogni volta che si celebra la Giornata Nazionale della Vita promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana nella prima domenica di febbraio (quest¹anno è la 34esima), mi prende un senso di sconforto e mi si impongono domande. Ma è mai possibile che in una società che dice di prendersi cura della persona, si debba inventare una ³giornata² per ricordare che la vita è sacra e non è proprietà di nessuno se non del Padre Eterno? Non basta il volto gioioso e il sorriso di un bambino? Non basta il grazie sincero e commovente di un anziano quando lo vai a trovare? Non basta vedere la tenacia e la luce che esce dagli occhi di chi sta combattendo una dolorosa malattia con la speranza nel cuore? Tutti sanno che basta e avanza ma c¹è chi fa finta, c¹è chi chiude gli occhi tentando in tutti i modi di far passare menzogne come verità creando falsi bisogni e ingannando anche i semplici. E¹ un gioco sottile che parte dal linguaggio. Non si chiamano più le cose con il loro nome. Si cambiano i termini e ciò che è male in sé, viene ammorbidito e giustificato. Allora si comprendono alcune cose: ai giovani, i media propongono la trasgressione come stile di vita (e questo è un dato di fatto). Si può bere fin che si vuole, basta uno sobrio per poter tornare a casa tranquilliŠ Triste ragionamento ipocrita. Non si dovrebbe forse dire che il bere è un male di per sé e che deturpa il volto della vita? I nostri Vescovi quest¹anno indirizzano il messaggio per la Giornata della Vita ai giovani. Ma a dire il vero, alla fine, l¹esortazione è rivolta agli adulti perché i giovani sono figli degli adulti e vivono in un mondo fatto da adulti. Se l¹adulto non si spende per la vita, se non fa della solidarietà una ragion d¹essere, se non sente la passione per le grandi cose e mette al primo posto esclusivamente il profitto, allora le giovani generazioni rimarranno frastornate e cadranno più facilmente nella rete dei venditori del niente. L¹adulto (la società) deve dire ai giovani dove sta la verità della vita che non si mescola con l¹inganno di chi propone cose superficiali facendole passare per uniche ed essenziali. L¹adulto (la società) deve mettersi in gioco e offrire alla gioventù l¹entusiasmo per una vita vissuta in pienezza che non si accontenta delle briciole. Se posso rivolgere un invito ai giovani, direi: cercate e fidatevi di quelle persone che vi stimano e vi amano sul serio.
Di persone così ce ne sono davvero tante. Sono quelle che vivono la Giornata della Vita come un¹occasione per rinfrancare i propri passi sulla via del bene.
don Antonio Vitali