“Il tempo che dedicheremo alla celebrazione del sacramento della penitenza, il nostro essere sempre disponibili per i fedeli, per la cui salvezza il Signore ha sofferto ogni dolore, la tenerezza con cui li accoglieremo, e il sereno ricordare loro che il bene spirituale della confessione è sempre superiore anche al pur importante benessere fisico, siano il nostro dono a Gesù Bambino in questo Santo Natale”.
Sono alcune delle parole che il Cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore, ha rivolto con una accorata missiva ai sacerdoti di tante Diocesi italiane, per ricordare ed evidenziare il ruolo importante di coloro che accoglieranno i fedeli nel confessionale in occasione delle prossime festività natalizie. Non si tratta solo di ascoltare e pregare, ma di mettere in risalto il messaggio del Natale a quanti si avvicinano alla Confessione, facendo comprendere loro come siano un tramite affinché anche i cuori più induriti si sentano raggiunti e avvolti dall’abbraccio misericordioso e consolatorio di Gesù.
Centrale, nella missiva del Card. Piacenza, le parole “salvezza” e “guarigione”, quasi una chiave di rilettura del Natale 2020: “L’esigenza di essere salvati – scrive il Penitenziere Maggiore – anche per gli uomini che si sentono importanti e autonomi, è riemersa potentemente e, come sempre accade, la domanda ha bisogno di essere orientata, per poter incontrare una risposta autentica. Il Signore chiama i cristiani, oggi più che in altri momenti della storia, a riporre le personali speranze, di guarigione spirituale e fisica, di consolazione e salvezza, ai piedi del bambino Gesù, ai piedi della Sacra Famiglia”.
I ministri devono quindi essere portavoci dell’annunzio della gioia che dà l’incontro con Gesù nella quotidianità; l’essere zelanti nel ministero di confessori in modo che “nessun’anima rimanga chiusa al dono dell’Amore salvifico”, e l’essere capaci di far giungere a tutti “la tenerezza dell’abbraccio misericordioso e consolatorio del bambino Gesù, affinché anche i cuori più induriti si aprano all’Amore e riconoscano il Salvatore”.
Infine, il sacramento della Confessione frena il potere del male: “Ogni volta che con la riconciliazione avviamo un cammino penitenziale partecipiamo alla comunione con Dio – scrive Mons. Piacenza -. Ogni male ‘riparato’ dalla penitenza, affretta infatti l’avvento del Regno, frena il potere del male e ci rende partecipi dell’unica Redenzione operata da Cristo”.
(In foto il Card. Piacenza, dal sito ufficiale del Vaticano, www.vatican.va)