Raggiungere più persone e fedeli possibili sfruttando internet e i new media, in particolare il social network YouTube, piattaforma che consente la pubblicazione di contenuti video e di dirette in streaming. Cresce il canale video della Diocesi di Pavia: grazie al lavoro e alla collaborazione congiunta dell’Ufficio Comunicazioni Sociali e del Servizio di Pastorale Giovanile (Alessandro Repossi e don Davide Rustioni hanno creduto subito nelle potenzialità del nuovo media), il canale ufficiale ha raggiunto e superato la prima quota di 1000 iscritti, raggiungendo la cifra di 1030. Un lavoro impegnativo, portato avanti in particolare e dal punto di vista tecnico e organizzativo da don Gabriele Maini, che ha visto la partecipazione diretta della nuova “troupe” televisiva a numerosi eventi, tra cui anche la recente Veglia di Tutti i Santi svoltasi a Santa Maria del Carmine.
Per seguire costantemente i contenuti video del canale (che non si limiteranno alla trasmissione diretta di Sante Messe e celebrazioni ma si pongono anche l’obiettivo di seguire diversi appuntamenti diocesani anche culturali e di inaugurare strisce e spazi informativi specifici) basta connettersi anche da smartphone e tablet alla piattaforma YouTube tramite l’apposita app e cercare “Diocesi di Pavia”: apparirà il canale con tutti i contenuti video trasmessi finora; per essere sempre informati basterà iscriversi al canale (basta premere il tasto “iscriviti” a destra) e cliccare sulla “campanellina” per ricevere le notifiche e il promemoria dei video caricati oppure di quelli dal vivo in diretta.
La Diocesi di Pavia ha dunque rinforzato la propria presenza sui social network: oltre al canale YouTube, restano attivi e sempre aggiornati i profili Facebook, Twitter e Instagram diocesani, oltre al tradizionale sito www.diocesi.pavia.it : “Abbiamo anche qui un ‘cantiere aperto’ che chiede di osare di più potenziando l’uso intelligente e competente dei social diocesani — scrive il Vescovo Corrado Sanguineti nella sua recente lettera pastorale “Coraggio, sono io, non abbiate paura” -: ciò che si è realizzato nei mesi del lockdown non va abbandonato, può e deve continuare, magari con forme differenti, come espressione di una Chiesa che impara ad abitare, con il suo volto e il suo messaggio, il mondo nuovo della comunicazione ‘a distanza’ e le modalità più informali e immediate dei social”.