Sono stati celebrati giovedì 20 agosto nella chiesa di San Barnaba a Mantova i funerali di Armido Rizzi, classe 1933 e nativo di Belgioioso. Teologo della liberazione, Rizzi, mancato il 17 agosto lasciando la moglie Alberta Poltronieri e la figlia Benedetta, era stato gesuita fino al 1972, anno in cui era riuscito ad ottenere la riduzione allo stato laicale per operare una scelta radicalmente diversa, ovvero decidere di seguire l’ispirazione della “teologia della liberazione” portata avanti dal teologo peruviano Gustavo Gutiérrez, che Rizzi stesso ebbe modo di conoscere nel 2001 durante un incontro a Firenze, dove il filosofo e teologo di origini pavesi era docente presso la locale pontificia facoltà teologica dell’Italia Centrale.
A spingere il giovanissimo Armido ad entrare in seminario a Pavia (fu compagno di studi di don Elio Palladini e di Mons. Gianfranco Poma che ancora oggi ne ricorda il genio) a soli 10 anni, fu la parabola del Figliol Prodigo: la svolta per lui fu comprendere a fondo che “Dio è Amore”. A ricordarne il corso del pensiero e la figura anche Giovanni Lodigiani, sacerdote pavese e docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Pavia: “Armido Rizzi era un umile e grande teologo che ho avuto la fortuna di conoscere quando studiavo teologia in Seminario. Le sue teorie affrontavano spesso il rapporto tra Dio e l’uomo anche dal punto di vista delle questioni esitenziali”.