E’ nata a Biella 59 anni fa ed è alla Casa del Giovane dal 1982. Michela Ravetti è la prima donna laica, comunitaria di vita, a guidare la Comunità Casa del Giovane di Pavia: dalla sua fondazione, infatti, si sono succeduti il Venerabile don Enzo Boschetti (mancato nel 1993), don Franco Tassone (dal 1993 al 2008) e don Arturo Cristani (dal 2008 al 2020).
Oggi il testimone passa a lei, che a Pavia ci è arrivata ad appena 21 anni: “Ho conosciuto don Enzo a Biella nel 1980, quando la Casa del Giovane aprì nei miei luoghi una casa di accoglienza per persone con problemi di abuso di sostanze stupefacenti a cui mi sono accostata quasi da subito. Io avevo 19 anni ed a 15 avevo deciso di smettere di studiare e di andare a lavorare; don Enzo veniva al centro di Biella una volta alla settimana sia per conoscere i ragazzi che per incontrare noi volontari. Di don Enzo mi colpirono subito due elementi: l’essere uomo e contemporaneamente uomo di Dio. Era la percezione della persona che stava dando tutto alla causa del Vangelo in un’ottica di servizio pieno”.
Ciò che colpisce è che, per la prima volta nella storia della Casa del Giovane, ai vertici della struttura viene posta una donna laica. “Penso sia semplicemente la naturalità delle cose – commenta Michela -; è il differenziare e non il separare, naturalmente ognuno con la propria vocazione e con la propria chiamata, ma insieme. E’ un senso di chiesa e di popolo di Dio che cammina insieme, concetto particolarmente caro a don Enzo e che lui stesso in embrione desiderava e pensava. Inoltre, oggi c’è una possibilità in più a livello ecclesiale grazie a Papa Francesco e ai cambiamenti che sta promuovendo all’interno della chiesa cattolica”.
“E’ il bene della Comunità che deve procedere, di volta in volta promosso, custodito e sostenuto da uno di noi nell’ambito dei ruoli assegnati – commenta don Arturo -. E poi è tutto nelle mani di Dio. Il potere non è fine a se stesso ma è qualcosa che ti dà responsabilità: non solo puoi decidere ma devi farlo ed è giusto che venga fatto in servizio al bene comune ad ai poveri. Da noi non si rischia di essere attratti da onori e ricchezze”. Il rinnovo dei consigli è capitato all’interno di un progetto più ampio di riorganizzazione e snellimento della realtà comunitaria pavese partito dalla rilettura dei testi di don Enzo. La carica durerà due anni proprio nell’ottica di dare un inizio e una fine al cambiamento.
Sul settimanale diocesano “il Ticino” di venerdì 17 luglio un’ampio approfondimento è dedicato a questo nuovo e particolare avvicendamento, con le testimonianze di Michela Ravetta e di don Arturo Cristani.