L’Eucaristia come sacramento della comunione al corpo e al sangue del Signore, che rende ogni fedele membra di uno stesso corpo che è Chiesa e che permette ad ognuno di sentirsi guidato nelle difficoltà della vita, nei personali “deserti” che ogni persona deve attraversare. Ruota attorno a questo assunto l’omelia pronunciata da Mons. Corrado Sanguineti nella solennità del Corpus Domini, celebrata nel pomeriggio di domenica 14 giugno in Cattedrale a Pavia.
Al centro delle riflessioni del Vescovo anche il parallelismo tra le parole del Vangelo e la situazione drammatica accaduta da febbraio in tutto il mondo: “Nel cammino dell’esistenza, a tutti accade di attraversare e di conoscere il deserto – ha detto Mons. Sanguineti -: sia nella vita personale, che in quella familiare e sociale, ci sono tempi di deserto, inteso qui nella sua accezione negativa. Il deserto evoca solitudine, isolamento, rischio di perdere l’orientamento: normalmente il deserto si attraversa, non ci si ferma a lungo, non si costruiscono dimore stabili. Ecco, l’esperienza vissuta nei mesi scorsi, soprattutto nel tempo difficile del lock down, pur avendo in sé ricchezze e valori da non disperdere, è stata un tempo di deserto: città e paesi immersi in un silenzio surreale, luoghi di lavoro, d’incontro e di svago chiusi, poche e rade persone per le strade, la sensazione di un’insicurezza diffusa, l’incertezza sul futuro, l’ansia e la preoccupazione per le persone malate, la ferita di perdere parenti e amici soli nei loro ultimi giorni. Sono tutti volti differenti di questo “deserto” che abbiamo attraversato e da cui non siamo ancora usciti”.
QUI L’OMELIA INTEGRALE PRONUNCIATA DAL VESCOVO CORRADO.