Il 31 maggio 1970, esattamente cinquant’anni fa, su mandato di Paolo VI, la Sacra Congregazione per il Culto Divino promulgò il nuovo rito della consacrazione delle vergini. Anche se la rinascita dell’Ordo Virginum è recente, questa vocazione è conosciuta in tutto il mondo, dove si contano circa cinquemila appartenenti. A Pavia sono in tutto otto le consacrate all’Ordo Virginum (Flavia Bellini, Rosella Bressani, Pierangela Corolli, Luigia Favini, Maria Rosa Gilberti, Valeria Tilli, Laura Vaccari e Ivana Zaino) e domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, sono state salutate dal Vescovo Corrado durante la Santa Messa delle ore 17 in Cattedrale a Pavia: “E’ una coincidenza che ci ha toccato il cuore, anche perché tante di noi sono state consacrate proprio durante la Veglia di Pentecoste, io per esempio”, ricorda Rosella Bressani, che appartiene all’Ordo Viriginum dal 6 giugno 1992, momento della sua Consacrazione, ovvero la scelta di vivere per tutta la vita la verginità “per il regno dei cieli”. Si tratta di una decisione che non comporta un distacco dalle forme del vivere che sono comuni nel contesto sociale in cui ciascuna consacrata è inserita: le donne che ricevono questa consacrazione vivono in appartamenti o case private, sole, con i famigliari e in taluni casi con altre vergini consacrate. Svolgono un’attività lavorativa e si mantengono da sole. “E’ proprio questa caratteristica della vita vissuta nella società che ancora oggi mi sorprende – considera Rosella -. Appartengo all’Ordine da 28 anni e mi sono resa conto che questo tipo di vocazione mi appartiene profondamente perché mi permette di essere sempre al servizio delle persone per il Signore anche nella vita di tutti i giorni. E’ una esperienza di incarnazione e condivisione nella vita quotidiana che sa rendere straordinario l’ordinario: così possiamo vivere la nostra vocazione al servizio della Diocesi e ciò che ci qualifica è la fedeltà a Cristo espressa ogni giorno”.
La consacrazione all’Ordo Virginum avviene nella Diocesi di appartenenza mediante un rito che nasce nei primi secoli della Chiesa, ripristinato dopo il Concilio Vaticano Secondo. Nel Rito di consacrazione, celebrato dal Vescovo diocesano, la candidata emette il “proposito di castità”, che comporta l’impegno di vivere in castità per tutta la vita per amore di Cristo, rinunciando al matrimonio. In questo modo, la consacrata diventa segno dell’amore della Chiesa vergine e sposa di Cristo stesso. Ciò si realizza secondo i carismi personali di ciascuna e in vari ambiti professionali, sociali ed ecclesiali: “Vivo la mia esperienza di servizio in tanti settori – precisa ancora Rosella -. Nell’attività in carcere a Pavia ed anche in parrocchia e presso l’Hospice e poi mentre lavoro: faccio parte dell’ufficio centrale della ASP, l’Azienda di Servizi alla Persona di Pavia e la nostra attività è di supporto a tutte le altre strutture che afferiscono all’ASP stessa; sono sempre in contatto con le persone, i colleghi, le storie della gente ed anche in questo caso la mia consacrazione mi sostiene e mi aiuta nel rapporto con gli altri”.
E durante il periodo difficile del Covid-19? “Abbiamo sentito il Vescovo di Pavia molto vicino – precisa ancora Rosella Bressani -: Monsignore ci ha dedicato alcuni momenti di Lectio Divina e si è unito anche ad uno dei nostri incontri a distanza che abbiamo promosso durante il periodo del lockdown da Coronavirus per non perderci di vista e mantenere i contatti; il Vescovo Corrado ci ha fatto sentire vicinanza e sostegno e ne siamo state liete e rincuorate. A lui va il nostro grazie più sincero”.
(in foto il gruppo lombardo delle Ordo Virginum a Trivolzio lo scorso autunno, all’incontro con il Vescovo Corrado).