A quindici anni dalla morte del Servo di Dio Mons. Luigi Giussani, è stata celebrata, martedì 18 febbraio, dal Vescovo di Pavia, Mons. Corrado Sanguineti, una Santa Messa a Trivolzio, nell’anno giubilare dedicato a San Riccardo Pampuri. Mons. Sanguineti ha ricordato il legame forte che Mons. Giussani nutriva nei confronti del “Dottorino Santo”: “Sappiamo che è stato proprio Don Giussani a far scoprire la figura e la testimonianza di San Riccardo a tanta gente, a metà degli anni Novanta – ha ricordato il Vescovo Corrado -: in quegli anni, più volte Giussani ha invitato a pregare San Riccardo, come un santo vicino a noi, un santo semplice, che ha vissuto un’esistenza normale, “ordinaria”, che ha saputo dare gloria a Cristo, vivendo con intensità tutta la sua vita, come studente, come medico, e negli ultimi tre anni come religioso dei Fatebenefratelli”.
Toccante anche la riflessione di Monsignor Sanguineti relativa ai miracoli: “Il miracolo non opera meccanicamente, può essere un segno disatteso, addirittura equivocato o censurato: perché sono sempre chiamate in gioco la nostra ragione, come apertura umile e attenta al reale, e la nostra libertà, la nostra capacità di adesione e di affezione a ciò che accade. In questo senso, in questi anni, Don Carrón ha più volte ripreso l’osservazione di Don Giussani: «Aspettatevi un cammino, non un miracolo». Che non è in contraddizione con ciò che tante volte ha richiamato circa il valore del miracolo, in particolare nella proposta di rivolgerci all’intercessione del ‘Dottorino Santo’ Erminio Pampuri: il miracolo, comunque accada, è una provocazione, è un aiuto che non sostituisce, anzi sollecita e chiama una libertà che accetta un lavoro, che si mette in cammino. Altrimenti, possiamo vivere e conoscere miracoli, e restare quelli di prima, lasciare scivolare su di noi i segni che Dio fa accadere, o ridurli al solo impatto emotivo! Così, si può stare dentro una storia grande di grazia, si può essere mille volte testimoni di un cambiamento inatteso e sorprendente, in noi o in altri, e non maturare la certezza di Cristo vivo e presente.”
L’omelia completa di Mons. Corrado Sanguineti è scaricabile A QUESTO LINK