E’ stato Monsignor Vittorio Lanzani, vescovo pavese (originario di Marcignago) e oggi delegato della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, a celebrare la Santa Messa di venerdì 1 Novembre alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di Trivolzio. La celebrazione è stata voluta proprio per commemorare un momento particolarmente alto sia per la Diocesi di Pavia che per tutti i fedeli che si rivolgono con fiducia a San Riccardo Pampuri: il Dottorino Santo nativo di Trivolzio fu infatti canonizzato esattamente 30 anni or sono, il 1° novembre 1989, giorno di Tutti i Santi. Il trentesimo anniversario di canonizzazione di San Riccardo Pampuri è il motivo fondante dell’indizione dell’Anno Giubilare a lui dedicato, apertosi ufficialmente lo scorso 1° maggio e coronato da una serie di iniziative messe in atto da tanti attori diversi, tra cui la diocesi pavese, la parrocchia dei Santi Cornelio e Cipriano di Trivolzio, numerose parrocchie pavesi e milanesi e tanti singoli fedeli e associazioni religiose che a cadenza regolare si recano in pellegrinaggio, spesso anche a piedi, per visitare le spoglie del santo.
“San Riccardo è un grande santo, un vero amico e un sicuro patrono – ha detto monsignor Lanzani durante la sua omelia a Trivolzio -. E’ un dono di Dio alla Chiesa pavese e a questa bella comunità. E’ curioso come spesso le strade tracciate da Dio si incrocino: il 2 agosto del 1897, quando qui nasceva Erminio Pampuri, a Lisieux, Santa Teresa di Gesù Bambino stava donandosi per amore al Signore e confidava alla sua superiora che offriva volentieri la sua vita ‘non per me ma per i poveri peccatori, per la chiesa e per gettare fiori in tutto il mondo, fiori di santità’. Voglio pensare a San Riccardo sia come un fiore sbocciato, come anche San Paolo VI, nato tre giorni prima della morte di Teresina. II nostri Santi sono un meraviglioso disegno di Dio e Riccardo è esempio e modello di autentica dedizione al Signore, anche in un’epoca come questa in cui i modelli di riferimento sono basati solo su effimeri successi e sul vuoto”.
Il ricordo del giorno della canonizzazione a Roma, nel 1989, è riaffiorato anche nelle parole di monsignor Lanzani: “Accompagnavo l’indimenticato Cardinale Virgilio Noè e ricordo che proprio lui, avvicinandosi a Papa Giovanni Paolo, ebbe a dire ‘oggi anche la mia città è in festa’ e il Pontefice rispose ‘sì, San Riccardo è una figura attuale, amabile e bella da imitare’; sono parole vere che rieccheggiano oggi anche qui e ora. Penso che la via della incrollabile fedeltà al Signore di Riccardo sia il segreto della sua indubbia attualità e ritengo che sia possibile ancora oggi seguire le sue orme grazie a tre grandi passi vivibili. Il primo è riconoscerci cristiani: oggi c’è confusione e disgregazione nella società ,caratterizzata dalla presenza di mille modelli diversi. Dobbiamo riscoprire la nostra immagine e la nostra identità cristiana, aiutati da San Riccardo, che da ragazzo era sempre impegnato a confermare il suo essere cristiano con una fede coerente. Il secondo passo è quello di immedesimarci nel Mistero di Dio: Riccardo diede vita ad una immedesimazione reale e continua e se queste chiese locali potessero parlare quanto direbbero dei suoi legami di vero amore con Gesù! San Riccardo non aveva fede intimistica, con la sua professione donava la spiritualità che aveva dentro di sé e quando parlava con la gente si capiva che la sua anima era piena del Signore. Infine, dobbiamo imparare da Riccardo a donarci: gli ultimi tre anni della sua vita furono proprio caratterizzati da questa volontà. Il dono di sé stesso e del soprannaturale che era in lui avvenivano quotidianamente con umiltà e mitezza, che raggiunsero la massima espressione attraverso l’ardore e la dedizione esemplare che Riccardo aveva verso gli ammalati, sull’esempio di San Giovanni di Dio, fondatore dell’ordine dei Fatebenefratelli. I Santi – ha concluso Monsignor Lanzani – sono un aiuto perché per merito loro e per la loro intercessione possiamo avere grazie per la nostra vita”.
A concelebrare la Santa Messa nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, il Vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, il parroco di Trivolzio don Paolo Serralessandri, don Vincenzo Migliavacca, don Lamberto Rossi, don Marco Boggio Marzet, don Davide Taccani e il priore Fra Valentino Bellagente, superiore locale della Casa di riposo «San Riccardo Pampuri» Fatebenefratelli di Trivolzio.
A presiedere la Messa del 1989 nella quale fu canonizzato il santo pavese fu Papa Giovanni Paolo II che, proprio in quella occasione, ebbe a dire: “In appena trentatré anni, quali quelli del Cristo da lui amato sopra ogni cosa, la vita di san Riccardo Pampuri fu tutta un dono, a Dio e ai fratelli”.